Occorre aggiornare alcune riflessioni su Tempa Rossa. Ad oggi Arpab non ha sviluppato, acquisito o implementato alcuna competenza precipua per l’entrata in funzione del centro oli Total di Tempa Rossa, anzi tra un anno si troverà divisa nel dover controllare contemporaneamente il centro oli di Viggiano e quello di Corleto ( senza contare lo “sconosciuto” centro oli di Pisticci – Serra Pizzuta ), ma come sarà possibile se già nell’ultimo incidente del COVA di Viggiano tutto il personale è stato assorbito da quella singola emergenza, tra l’altro ancora non finita e non debitamente perimetrata?
Ancora non vi è una modellistica ufficiale e condivisa con la popolazione della Valle del Sauro, sulla dispersione degli inquinanti aerei, nella zona i controlli pubblici sulle emissioni dei pozzi non esistono, e quando svolti sono sporadici e limiti a pochissime sostanze. Nella dgr 1888 del 19/12/2011 si parla addirittura dell’utilizzo di un “sistema IR – infrarosso – di controllo delle emissioni“, sistema mai acquisito da Arpab, ma da noi caldeggiato da anni. I controlli sulle emissioni odorigene saranno svolti, da delibera, con campagne periodiche: ancora non si vogliono fare i controlli h24 nonostante tutti i problemi noti?
Di fatto sarà contemplato anche a Corleto, come a Viggiano, il gas flaring, che nella delibera viene definito “termodistruzione” ossia gli scarti gassosi della desolforizzazione e della separazione gas-petrolio-acque di scarto, saranno bruciati dalla torre principale del centro oli, inquinando aria e suolo, e vista l’altitudine del sito, con un potenziale fattore di dispersione enorme.
Secondo la delibera del 2011, Total doveva avanzare “studi specifici mirati sullo smaltimento dei gas acidi e delle acque di produzione, o reiniettate, o termodistrutte, o nel torrente Sauro“. Praticamente la Valle del Sauro dovrà ingurgitare le migliaia di metri cubi giornalieri di rifiuti petroliferi ( pericolosi e non) o nel sottosuolo re-iniettandolo come a Montemurro, o inceneriti in atmosfera, o sversati nel Sauro, tra agricoltura ed allevamenti.

La corruzione del legislatore regionale appare nella scellerata sciatteria con la quale autorizza un impianto così impattante in un’area sismica, franosa, ricca d’acqua e di attività umane, a pochi chilometri dal parco di Gallipoli Cognato. Per la Regione Basilicata le maggiori preoccupazioni, più volte richiamate in delibera, sono la piantumazione degli alberi ed il livellamento dei suoli per diminuire gli impatti paesaggistici! Basta farsi un giro a Tempa Rossa per comprendere la gravità delle stupidaggini scritte dalla giunta De Filippo, e purtroppo lo scempio ambientale è rispecchiato da una consistente maggioranza della popolazione che nonostante dati, denunce e notizie avvalla la colonizzazione petrolifera, in tal senso emblematica è l’intervista che realizzò anni fa Valentina Dello Russo e che qui vi ripropongo perchè degna di un’analisi antropologica.
Come Cova Contro abbiamo ripetutamente inviato alle autorità preposte, richieste di revisione ed aggiornamento del deliberato del 2011. Intanto ad oggi due evidenti criticità vecchie ormai di anni non sono state affrontate:

- le sorgenti radioattive orfane usate per le ricerche ed in alcuni casi abbandonate nel sottosuolo;
- la contaminazione delle acque sotterranee, a nostro avviso fuori controllo sia in termini qualitativi che quantitativi, con le annesse ricadute sulla catena alimentare e sulla salute pubblica;
in tal senso ci meraviglia che nessuno degli enti coinvolti nei monitoraggi ambientali di Tempa Rossa: Comune di Corleto, Regione ed Arpab abbiano pubblicato la mappa e le analisi sulle indagini svolte nel 2015 su una dozzina di pozzi artesiani di privati locali, analisi dalle quali emergono: in un pozzo valori di cloroformio ( mutageno, probabile cancerogeno ) oltre 20 mcg/l ( foto sotto allegata della mappa dei campionamenti e degli sforamenti ) con un limite di legge a 0,15; e poi sforamenti da bromodiclorometano, benzoapirene ( cancerogeno certo ), benzoperilene, solfati, nitriti, manganese ( fino a quasi 40 volte la soglia di legge ), ferro, alluminio, boro, fluoruri e nichel, un quadro che dovrebbe portare la zona a diventare un SIN. Dove finiscono queste sostanze e con quali effetti? Quando la Regione Basilicata farà una modellistica moderna delle acque sotterranee regionali? E se dinanzi ad una regione inadempiente, lo facessero i comuni con le loro royalties?

Perchè Arpab continua ad affermare che le uniche analisi a loro disposizione nell’area di Corleto sono quelle pubblicate sul sito agenziale che sono altre rispetto a quelle riportate nella mappa ( baseline ) qui allegata? Perchè nessuno pubblica la mappa dei prelievi e le analisi complete a distanza di quasi tre anni visto che le analisi di baseline sono state fatte nel 2015? E’ possibile che l’unica fonte/prova rimanga un servizio del TG3 Basilicata a firma dell’ottimo, ma isolato, Michele Giordano? Perchè il Comune di Corleto ha permesso alla RAI di riprendere la mappa delle contaminazioni ma a distanze di oltre un anno dal servizio non la pubblica? Il defunto Generale Conti sapeva di questa storia?