Mentre l’amministrazione comunale di Pisticci parla di “slow tourism” e di territorio incontaminato, e di altre bugie messe in giro per raccattare i voti di qualche operatore turistico, Pisticci non ha ancora risolto, men che meno affrontato seriamente, neanche una delle sue principali criticità ambientali. Alla luce anche di alcuni post apparsi anni addietro sui social volti a delegittimare le notizie circa l’interramento di rifiuti sotto la Pista Mattei, pubblichiamo di seguito ed alleghiamo per intero sotto, la versione completa dello studio svolto nel 2001 dal Prof. Nedo Biancani, che ad oggi dopo 18 anni, resta ancora lo studio più completo volto a documentare le stratigrafie di rifiuti presenti sotto la pista Mattei e nelle aree adiacenti, incluse le contaminazioni da mercurio nei suoli. Sotto le foto allegate parlano chiaro. Qualche estrapolazione dalla perizia del 2001 del Prof. Biancani:

” … eseguiti 89 scavi geognostici nell’area adiacente la Pista di volo, ad una profondità media di 3.5-4.0 m, in un periodo compreso tra il 21.08.2001 ed il 31.08.2001. …durante l’esecuzione degli scavi sono stati prelevati campioni a profondità variabile, costituiti sia da terreno avente colorazione anomala e/o odore caratteristico, sia da materiale di riporto. … Per quanto riguarda il materiale di riporto, esso risulta essere costituito presumibilmente da scarti di produzione industriale in cui sono presenti spesso parti di materiali edili (pezzi di cemento, ferro, mattoni), fibre, materiale plastico, parti di lamiere e frammenti metallici. Lo spessore di tale materiale è variabile da un minimo di 1 m a 5 m (massima profondità raggiunta con il mezzo meccanico)…”

Da notare che la perizia del Prof. Biancani differenziava 7 aeree e non tre come da indagini Arpab/CSI. Contaminazioni importanti da mercurio vennero misurate anche a 3 mt di profondità, tuttavia ad essere analizzata fu meno della metà dei campioni di scavo.

Scriveva il Prof. Biancani: “…è stata evidenziata una presenza diffusa di amianto su tutta l’area, che in due punti (scavi 68 e 69) è stato accertato essere del tipo Crisotilo, e in quantità massiccia;…pur non rientrando tra i parametri contemplati nel D.M. 471/99, due scavi hanno evidenziato valori di pH molto elevati ed una colorazione anomala, il che autorizza a ritenere di non essere in presenza di terreno ma di materiali di risulta da attività industriali;la metodologia di campionamento utilizzata è stata mirata a prelievi per tipologie di materiali rinvenuti, non ricampionati successivamente dove si sono ripresentate le stesse emergenze; la situazione generale del sito è quindi più estesa e peggiorativa rispetto al quadro evidenziato…,…pur non essendo contemplato dal D.M. 471/99, il parametro Cloruri presenta valori molto elevati.”

Quella di Biancani non fu una comune consulenza, fu uno studio che avrebbe dovuto far scuola in Basilicata e che se avesse avuto anche un budget maggiore avrebbe potuto estendere il quadro complessivo dei rifiuti interrati, ampliare la ricerca chimica a diossine, pcb e radionuclidi, ed andare oltre la profondità di 5 metri. Da notare che i siti di interramento di rifiuti industriali esterni anche all’attuale perimetro della Pista Mattei, come si evince dalle foto, è da tempo immemore che sono coltivati, quindi coltiviamo ortaggi su amianto e rifiuti industriali però qualche fantasma locale travestito da amministratore ha il coraggio di parlare di zone incontaminate, perchè ormai si sa il marketing ha preso il posto della verità. Il vero danno al territorio è mentire, nascondere i problemi e non risolverli. Aspettiamo che Arpab e privati terminino le ennesime indagini ambientali sulla Pista Mattei, intanto la mente va all’ex procuratore di Matera, Celestina Gravina, che nonostante queste foto e lo studio del Prof. Biancani ebbe il coraggio di dissequestrare la pista Mattei…una giustizia difficile da credere.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.