Sentieri di montagna fatti con traversine ferroviarie rivestite di olio di creosoto, per questo rifiuti speciali pericolosi. E’ l’interpretazione lucana dell’economia circolare.

Su questa bizzarra vicenda nel 2017 si scomodò perfino l’europarlamentare Pedicini, dopo arrivò il sequestro, dopo il dissequestro e domani arriva la passeggiata del FAI. Non conosciamo le ragioni precise del dissequestro, non abbiamo letto le carte però se un materiale deve essere smaltito come rifiuto speciale pericoloso allora ci chiediamo come siano state fatte le indagini e con quali esiti. Ogni procedimento avrà pure la sua storia però in Basilicata non è la prima volta che ci troviamo difronte a strani dissequestri (la Pista Mattei, il pozzo Costa Molina 2, l’ITREC, i siti di sversamento di Corleto Perticara etc etc).

 

Felici dell’iniziativa del FAI meno del loro silenzio sulle criticità ambientali lucane, del resto l’ambiente si difende nei tribunali, in caserma e nei contraddittori non nelle locandine o nelle brochures. Aspettiamo sempre un pronunciamento pubblico del FAI Basilicata sugli scempi ambientali lucani o qualche loro osservazione contraria sui progetti petroliferi.

 

Qual è stato l’impatto ambientale di quelle traversine? Chi pagherà? Come finirà la vicenda? Quante passeggiate serviranno per rischiarire la mente di chi dovrebbe intervenire? Il sindaco in quanto ufficiale sanitario cosa ne pensa? Intanto buona passeggiata, la vera tutela ambientale può sempre aspettare.

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.