Paride Leporace dice che si può fare tanto cinema in Basilicata, è vero, ma per questo non serve la film commission, basta la Rai Basilicata.
Per chi sa o vuole vedere poco, la puntata del TG-R del 23 marzo, ore 14, poteva sembrare una puntata come le altre: breve, anche se ci sarebbe tanto da approfondire; variegata, anche se per altri può sembrare incoerente; completa, anche se in realtà può sembrare un po’ approssimata su tutto.
Si apre con l’agricoltura a tutto tondo: si passa dai fondi europei per l’agricoltura, spesi al 105% fino alla banda ultralarga dei centri rurali, il tutto curato dall’ardito Edmondo Soave, un giornalista d’assalto, quando non si parla di petrolio, un membro di rilievo del consiglio nazionale del sindacato giornalisti cattolici, insomma un cattolico impegnato che se usasse il suo acume per approfondire le tematiche ambientali renderebbe un gran servigio al suo Pontefice tanto sensibile all’ambiente. Soave insiste per diverse decine di secondi su una chiosa incomprensibile a molti, molto tecnica, volta a mostrare la bontà e la proficuità del lavoro della Regione Basilicata in tema di spesa dei fondi europei per l’agricoltura. Insomma un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma mai al barile. Dopo si continua con l’agricoltura, e la palla passa alla Coldiretti che denuncia la mancanza di trasparenza nell’etichettatura dei prodotti d’importazione: bene fa la Coldiretti a parlare della tracciabilità dei prodotti altrui perché il problema sarebbe parlare della tracciabilità dei prodotti lucani, anzi proprio di quelli coltivati a ridosso di pozzi, discariche e centri oli, ma di quello meglio non parlare vero Coldiretti?
E dall’agricoltura si passa alla fiammata nera del centro oli di Viggiano, ma per carità mai mettere insieme le due cose, del resto in Basilicata si è sempre detto che agricoltura e petrolio possono convivere, come disse Ottati.
Ma non basta il sangue amaro fatto già dopo 9 minuti di tg-r, bisogna arrivare ai conati di nausea veri e propri ed arriva la ciliegina sulla torta, ossia la sentenza del consiglio di stato ( che si merita la lettera minuscola ) che afferma che per Fenice non esistono problemi per la salute e l’ambiente. Ok, lo chiederemo alla Direzione Nazionale Antimafia ed alla UE se le cose stanno proprio così.
Dopo il tg-r passa alla protesta nei licei artistici e musicali, ove alunni e docenti rischiano di non aver cattedre e scuole ove proseguire questi nobili e fondanti studi, ma per questo il tg-r dà repentinamente spazio alla nota del sen. Margiotta che silente per il petrolio e per Fenice è invece sulle barricate per i licei artistici e musicali. Che guerriero Margiotta!
Ma il circo degli ipocriti non finisce più: tocca alla lettera di Bolognetti che scrive: “caro presidente sospendo lo sciopero della fame”?! caro presidente a chi? Farò io lo sciopero della fame la prossima volta che Bolognetti presenterà un suo libro con il presidente di regione di turno, come ha già fatto con De Filippo, forse ne vuole presentare uno con Pittella?
E poi chiudiamo con i clown professionisti. A Tito hanno proiettato l’anteprima del film girato sulle dolomiti lucane, “Un paese quasi perfetto”: intervista a Paride Leporace prima e dopo arriva l’intervista a Maria Carmen Santoro, direttore generale del dipartimento ambiente della Regione Basilicata!!! Ebbene si, la Rai non ha mai intervistato la dg Santoro sull’ambiente, le fiammate, l’inquinamento ma la intervista per il cinema!? E dopo 3 minuti di sport, è tempo di fare bilanci: per il centro oli di Viggiano sono bastati 1,2 minuti di tg, per lo sport era doveroso darne più del doppio del resto in una regione piena di pagliacci e veline meglio correre dietro una palla piuttosto che romperla.