L’ennesimo pugno allo stomaco che conferma lo stereotipo di una scuola pubblica priva di ogni dimensione civica ed etica: anche quest’anno circolano le foto degli eventi programmati dalle scuole lucane presso il COVA di Viggiano, tocca al liceo Pasolini di Potenza questa volta, istituto rinomato ma che questa volta ha toccato il fondo del barile.
Perchè i genitori non hanno protestato per l’oggetto della gita? Sanno cosa hanno respirato i figli? Si va in gita presso un impianto sottoposto a direttiva Seveso? Le guide di ENI hanno parlato ai ragazzi dell’inquinamento causato dal sito, o degli impatti sanitari documentati dalla VIS, o della storia del suicida ing. Griffa, ex responsabile dell’impianto oggetto della gita, oppure hanno illustrato agli studenti gli atti e le intercettazioni telefoniche dei processi per i quali sono imputati dall’Antimafia di Potenza? Cosa si impara andando al COVA se i padroni di casa avranno il solo scopo di dire ciò che gli è comodo? La scuola per un sano contraddittorio ha portato con sè esperti non pagati da ENI? In gita si va presso le s.p.a. piuttosto che verso le case delle persone che vivono vicino il Cova? Perchè gli insegnanti non portano i ragazzi, magari per delle interviste a sorpresa, presso le abitazioni delle famiglie sconvolte dalla coesistenza forzata con il COVA? Chissà cosa penserebbe Pasolini di questa prostituzione intellettuale? Perchè non andare al parco archeologico di Grumento piuttosto che tra le ammine e l’idrogeno solforato del Cova? Intanto dalla Dott.sa Datena e dall’Ufficio Scolastico Regionale di Potenza aspettiamo da oltre un anno risposta alle nostre rimostranze e proposte di maggiore democrazia e par-condicio nelle scuole ove entrano solo multinazionali e PD ma non chi ne denuncia i reati! Oppure la costituzione di un tavolo pubblico aggiornato sul web che illustri in anticipo le proposte provenienti dai privati e ne permetta l’accoglimento o il respingimento, previa discussione e votazione pubblica. Vergognosa la filiera corta creatasi tra pubblico e privato, magari con l’intercessione di genitori che lavorano per ENI? Insegnanti, genitori e dirigenti dove vivono? Hanno una coscienza? Leggono i giornali? Chiediamo agli studenti ed agli adulti liberi un gesto di orgoglio ed una sana reazione contro la colonizzazione della scuola pubblica che deve, per legge, rimanere terza.