Il petrolio che promuove ciò che distrugge
Poco tempo fa il logo di Eni sull’iniziativa del banco alimentare, oggi il logo Total sul calendario delle giornate di primavera del FAI – ormai il mondo del volontariato di eco nazionale sembra animato da molta autoreferenzialità, al punto da perdere di vista l’etica. Eni sponsorizza iniziative per gli indigenti dopo averne creati di nuovi ( vedi Nigeria o Basilicata ove l’inquinamento petrolifero ha causato danni economici incalcolabili ) ed oggi invece Total che supporta il FAI, il Fondo Ambientale Italiano: giusto il “fondo” toccato da una fondazione senza scopo di lucro, che dovrebbe insegnare ai ragazzi come tutelare l’ambiente ed il territorio, accettando come sponsor chi sta industrializzando un pezzo di montagna lucana a ridosso del Parco di Gallipoli Cognato?

Cosa c’è di didattico in questo plagio delle coscienze e delle menti? Quale tutela ambientale c’è in un paese come Guardia Perticara che ospita, grazie alla stessa politica che plaude al Fai, la discarica di rifiuti speciali più grande d’Italia, sopraelevata addirittura rispetto al paese che ne riceve episodicamente i miasmi? Come sponsor la compagnia francese che ha schiavizzato nel sud-est asiatico i locali contadini; oppure chi ha rilasciato i rifiuti speciali in giro per la Valle del Sauro, oppure chi telefonicamente intercettato dalla DDA di Potenza assecondava la malapolitica locale, oppure la stessa società condannata per i lavori di Tempa Rossa? Se uno degli obiettivi del FAI è restituire all’Italia dei pezzi di storia, forse farebbe bene a consegnare la vera storia e soprattutto non prendere fondi o appoggi di sorta da chi il paesaggio ed il territorio lo ha devastato. Per apprezzare le nostre bellezze prima dovremmo conoscere gli scempi circostanti, a partire dal “fighettismo radical-chic” locale che nuoce più dell’inquinamento.