Poche settimane fa Achille Palma, dirigente chimico di Arpab, diceva a Petrolio che non c’erano idrocarburi nelle acque del Pertusillo, ma solo nei sedimenti, ed ecco che Palma si autosmentisce per la seconda volta in pochi mesi.

Spartifave – Grumento – Pertusillo, aprile 2017

L’Arpab nelle ultime analisi pubblicate sul Pertusillo rileva in 6 campioni su 10, rilevanti tracce di idrocarburi ( analisi svolte tra il punto di innesto Agri ed il centro invaso tra maggio e settembre) con valori compresi tra 58 e 117 mg/l, quindi con range simili ai nostri risultati, e forse per questo nessuno ci ha denunciato per procurato allarme allora, forse a sospetto fondato, oggi riconfermato. Ma i limiti di legge in materia sono in mcg/l, quindi mille volte inferiori a quelli riportati da Arpab, quindi o Arpab ha confuso i mg in mcg, oppure la contaminazione sarebbe migliaia di volte la soglia di legge!!! Meno male che Palma criticava da presidente dell’ordine dei chimici le nostra analisi accreditate, screditandole, lui invece fa pubblicare e firma una relazione con gravi e ripetuti errori, e speriamo siano solo errori di trascrizione: del resto è da anni che critichiamo e denunciamo Arpab per il suo utilizzo infondato di unità di misura non contemplate dai dispositivi legislativi che fondano le tabelle sui microgrammi e non sui milligrammi per decine di inquinanti, idrocarburi inclusi, e questa volta Arpab è inciampata nei suoi storici errori di forma. Ma a differenza di quello che superficialmente dicono Arpab e Tgr Basilicata, il tutto non è “nella norma”, infatti oltre che per norma, anzi per buonsenso, prendendo per buono l’errore di trascrizione dell’unità di misura altrimenti sarebbe una tragedia immane ( adesso Palma sarebbe lui da deferire all’ordine per il macroscopico abbaglio, ripetuto e sottoscritto ):

Achille Palma a Telenorba – 2017
  • Arpab deve tipizzare gli idrocarburi rilevati e dire se vengono da attività antropiche o se si tratta di petrolio petrogenico e di naturale affioramento, possono farlo e DEVONO farlo;
  • i limiti di legge sono una cosa, la tutela della qualità dell’ambiente e della fauna/flora locale è anche altro, come indicato dalla UE. Praticamente nel Pertusillo abbiamo per mesi, nel solo 2017, idrocarburi disciolti in diversi punti dell’invaso, oltre ai PFOS rilevati già per la seconda volta, ciò vuol dire che l’ecosistema è compromesso o per lo meno esposto sinergicamente a diversi inquinanti ma l’Arpab procede con controlli ragionieristici e non scientifici, evitando approcci preventivi e conservativi, come la UE ci chiede, come se fossimo ancora ai controlli ambientali degli anni ’90. Serve monitorare la qualità dei sedimenti anche in profondità ed il bioaccumulo degli inquinanti in flora e fauna selvatica;
  • e l’Acquedotto Pugliese come abbatte la presenza dei PFOS e degli idrocarburi? Resta il mistero.

Anche questa volta Arpab e RAI Basilicata hanno perso l’occasione di porre le domande giuste e di fare corretta e completa informazione.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.