Così non va. I tanto osannati cittadini-sentinella in realtà non sono tutelati e valorizzati come meriterebbero, un esempio su tutti: le acque rosse del Salandrella.
Prima si denuncia il caso in chiave locale, subito dopo guarda caso arriva il cemento nell’area interessata, dopo ribalta nazionale, intanto la politica fa finta di attivarsi, e le grandi associazioni ambientaliste tacciono come sempre, ma quando cerchiamo il raffronto di Arpab ci viene detto che le analisi sono state fatte su mandato dell’A.G. e quindi non si possono visionare. Come accettare il segreto istruttorio su un referto di laboratorio relativo ad una dinamica già denunciata, analizzata da terzi e di seguito neanche accompagnata da un’ordinanza di divieto di utilizzo delle acque? Come potrebbe pregiudicare le indagini la divulgazione di una semplice analisi, forse anche incompleta quest’ultima, se svolta da Arpab? E se anche questa volta i nostri risultati fossero difformi da quelli di Arpab? E se anche questa volta Arpab avesse ricercato meno sostanze rispetto a quelle previste per legge o con metodiche e riferimenti legislativi arbitrari?

Come si può collaborare con le istituzioni se tempi e modi dovrebbero deciderli sempre loro anche quando il problema viene sollevato da altri? Un eccesso di zelo oppure c’è un sistema ormai rodato che decide la sede opportuna per sminuire l’allarme sociale derivante da determinati fatti? In questo vuoto di dialogo ed assenza di trasparenza una costante resta: il mancato controllo dei territori e dei controllori, del resto le procure indagano Arpab ma alla fine è ad Arpab che commissionano ancora le analisi, fate un pò voi.
( sotto allegate le nostre analisi e la fattura )