Nel mese di agosto abbiamo inviato ad un laboratorio canadese 4 campioni di acqua lucana: Sveva, Lilia, sorgente Frida rete di Ferrandina ed acqua di pozzo da contrada Pantano ( Val Basento ) sempre a Ferrandina. Sotto in allegato il pdf con tutti e 4 campioni indicati dalle sigle: LIL, SVE, PAN e FRI. Dell’acqua del Frida – Ferrandina e di quella di contrada Pantano ne parleremo nel prossimo articolo. Sotto in allegato anche la fattura.

i campioni di Lilia e Sveva prima dell’imballaggio per la spedizione in Canada. Rimosse le etichette.

Nella Lilia ( lotto 19070984418 ) il laboratorio canadese ha rilevato: arsenico a 3 mcg/l ( limite tra 10 e 50 ma del mercato dei limiti discutiamo a seguire); boro 99 mcg, bario 121, bromo 54, 73 di litio, 12 di molibdeno, 36 mcg di rubidio, 347 di stronzio.

Tracce di: berillio non superiore ai 0.8 mcg, 0.12 mcg di neodimio una terra rara che potrebbe essere tossica per ingestione, 0.8 mcg di antimonio, 0.23 di samario, 0.5 di tellurio. Non mancano tracce minime di: cesio, palladio, praseodomio, uranio, vanadio e tungsteno.

Nella Sveva (lotto 19071084477): alluminio 8 mcg/l, arsenico 1.7, boro 562, bario 40, berillio 0.89, bromo 63cromo 100 (il limite attuale sarebbe 50), cesio 0.14,  rubidio 106, litio 218, molibdeno 13, sodio oltre 200 mcg, stronzio 2208 mcg, uranio a 3 mcg/l.

Tracce di: oro a 0,1 mcg, antimonio a 0.93, neodimio, samario, niobio, tellurio, tallio, tungsteno, rodio e zirconio.

In entrambe le acque assenti il ferro ed il nichel, manganese molto basso al di sotto dei 3 mcg, silicio compreso tra i 31mila ed i 36700 per entrambe.

Abbiamo svolto analisi chimiche che in Italia sarebbero di difficile compimento se non con un notevole esborso economico. Analisi che per decine di parametri in Italia praticamente non vengono svolte se non a scopi di ricerca. Premesso che le acque minerali e le sorgive hanno limiti di legge ad hoc, mutati col tempo anche al rialzo come nel caso del sodio, dell’arsenico o del boro attraverso un iter legislativo passato dal decreto 542/92 al decreto 31/2001. Sul sito dell’Arpa Toscana si trova un’ottima sintesi utile per iniziare a districarsi in questa selva di numeri e nomi. Alcuni contaminanti come i nitriti o i composti organoalogenati hanno visto invece nel tempo un ribasso delle soglie, ma molti altri composti, come quelli trovati nelle nostre analisi sono privi di soglie di legge ed alcuni invisibili ai controlli. Decine di sostanze in Italia non vengono mai analizzate, esistono per la scienza ma non per il legislatore che non impone neanche una tantum analisi davvero complete.

Occorrono analisi più approfondite sulla qualità dei composti da noi rinvenuti, capire se questi metalli ritrovati siano sali, idrossidi, ossidi, solfuri, ioduri etc in quanto stati diversi possono avere tossicità differenti. Tuttavia dopo l’Alto Adige anche in Basilicata troviamo terre e metalli rari nelle acque minerali, ed il primo caso positivo di tracce di oro ( nella Sveva). Neodimio, palladio, praseodomio, samario sono presenti nella acque del Vulture e sarebbe utile approfondire l’origine della loro presenza ed appurare eventuali tossicità a lungo termine. Alcuni di loro, come il neodimio, sono stati abbandonati nell’ambito della ricerca biomedica per la loro interferenza cellulare nella metabolizzazione del calcio per esempio.

Rimane aperta la questione trasparenza: perchè le etichette delle acque minerali riportano solo un ristrettissimo ventaglio di composti? Cosa costerebbe alla lobby delle acque minerali pubblicare almeno sui siti web analisi complete a fronte dei loro ingenti utili?Sulle tossicità discusse in ambito accademico ma ignorate dalle istituzioni c’è un ottimo riepilogo dell’Università di Pavia riportato negli annali dell’ISS del lontano 1995. Bario e boro potrebbero ad oggi avere limiti di legge nelle minerali forse troppo elevati rispetto ad alcune evidenze scientifiche, hanno tossicità dibattute per numerosi organi e fasi di sviluppo ma purtroppo la ricerca scientifica sulla tossicità dei composti sembra andare a rilento, per esempio i principali studi sulla tossicità del bario sembrano risalire al periodo 1979 – 1981.

Da sottolineare che alcuni parametri normati sarebbero comunque oltre la soglia di legge, come il cromo nella Sveva ed il sodio, quest’ultimo oltre soglia per i vecchi riferimenti normativi. In aggiunta la tossicità per ingestione di bromo, litio, molibdeno e rubidio rimane un tabù visto che esistono pareri discordanti o parziali sulla loro tossicità e solo il molibdeno avrebbe tra tutti una nota funzione biologica. Da anni chiediamo all’ISS (istituto superiore sanità) un parere sui tenori di bario e degli altri metalli rari nelle acque, idem verso altre autorità territoriali ed europee come l’Efsa ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta in merito. Bromo, litio, rubidio, molibdeno ed altri metalli assunti insieme con questi tenori quale rischio comportano? Soglie cumulative o per fasce d’età sono ancora ignorabili? Chiederemo anche in questo caso un confronto con le aziende imbottigliatrici, confronto che fino ad oggi è stato infruttuoso per altre analisi.