Grazie all’intervista fatta da Giulio Golia alla “signora dei rifiuti”, Cesarina Ferruzzi, quest’ultima ex responsabile Monteco ( azienda che per Eni e Montedison si occupava del trasporto e dello smaltimento di rifiuti industriali ) e nome noto nell’ambito delle indagini sui traffici internazionali di rifiuti e sulle navi dei veleni, siamo venuti a conoscenza di una tipologia di nave denominata VULCANUS: una classe di navi costruite nel ’70 in Germania per conto di una società tedesca, ma che in seguito passeranno di mano tra: olandesi, americani, africani ed asiatici, e che dagli anni ’70 sono state usate per l’incenerimento in mare dei rifiuti industriali, armi chimiche incluse.
Le Vulcanus, e le loro gemelle, bruciavano centinaia di migliaia di tonnellate annue durante la loro navigazione, tra Mare del Nord ed oceani. Di queste navi non sapevamo nulla fino a quando non abbiamo seguito l’intervista suddetta, ma dopo una breve ricerca on-line, le informazioni sono gemmate:
- nel 1972 la Vulcanus viene allestita in Olanda per incenerire rifiuti fino a 1400 gradi celsius per 100mila metri-cubi annui di rifiuti tossici;
- nel 1974-77 la SHELL usa queste navi per incenerire i suoi rifiuti tra Golfo del Messico e Sud Pacifico;

- nel 1983 le comunità locali americane si allarmano per l’incenerimento in mare di rifiuti tossici a 150 miglia dalle coste texane;
- parrebbe che solo dal 1990 tale pratica sia stata vietata nel Mare del Nord, ma nel resto degli oceani sembra non sia specificatamente vietata;
- le navi classe Vulcanus pare siano state convertite in seguito in tanker per svariati usi;

- una Vulcanus viene usata anche dall’aviazione americana per bruciare 8 milioni di litri di armi chimiche in surplus post-Vietnam ( agente Orange );
- alla fine degli anni ’80 cantieri asiatici implementano la capacità di queste navi per trattare sempre rifiuti americani.
Legittimo pensare che in aperto oceano si potesse risparmiare ulteriormente evitando l’incenerimento e gettando in mare tal quale i rifiuti, ma su queste navi si sa concretamente poco, anche consultando la stampa internazionale. Proveremo ad indagare su rotte, vita operativa ed eventuali clienti italiani.


