L’Arpab per l’ennesima volta mezzo delibera ( n. 165 ) scrive il 15 maggio che vi sono gravi carenze di personale a tal punto da non poter intervenire nelle indagini ambientali per l’area del pozzo Costa Molina 1, interessato da inquinamento, ove l’Arpab dovrebbe fornire al Comune di Montemurro idoneo appoggio, collaborazione e pareri. Tutte le forze sono state assorbite dalla questione COVA e quindi il resto della Regione è scoperto?

Ed in questa crisi Arpab, voluta e gestita dalla politica regionale, si ficca l’Ispra che da Roma nonostante i suoi deficit di bilancio e di personale ( oltre 90 precari in scadenza di contratto su 1200 dipendenti, sui quali vi consigliamo la consultazione della pagina facebook del sindacalista e tecnologo ISPRA Nicola Lugeri, e la pagina ISPRAoccupato ) cosa fa? Con la delibera Arpab n. 166, Ispra controllerà direttamente alcuni impatti ambientali del COVA, in maniera autonoma e non in supporto ad Arpab, il tutto grazie anche alla pessima riforma delle arpa, proposta da Bratti e votata purtroppo anche dal 5 Stelle, che accentra le funzioni di controllo e coordinamento delle arpa ad un’arpa più grande e compromessa, ossia l’Ispra, anch’essa guidata fino a poche settimane fa, previa proroga ministeriale, da Bernardo De Bernardinis, un tecnico della politica, ex pluriconsulente ed accademico della Regione Basilicata e di Unibas, amico del PD, condannato in cassazione per omicidio colposo, da sempre perno del potere nel settore ambientale, alla guida di un ente in deficit di personale, bilancio e libertà, vedasi le convenzioni con ENI-Syndial.
E con la delibera 170, sempre nel mese di maggio, Ispra ed Arpab firmano una convenzione per stabilire il bianco ambientale di numerosi siti lucani: siamo nel 2017 ed il bianco ambientale serviva decenni fa ma va bene lo stesso, e chi firma per Ispra? Stefano Laporta, che nel dicembre 2014 da dirigente Ispra firma l’accordo con Syndial-Eni per monitorare le acque nelle aree Eni del centro-sud Italia. Tutti amici da sempre, controllori e controllati, così si lavora meglio conoscendosi. Alla fine il governo ce l’ha fatta: mettere le mani direttamente sui monitoraggi ambientali del COVA, aggirando così l’esito del referendum costituzionale? Fatto sta che nonostante le gravi emergenze ambientali e le carenze nei controlli, l’Ispra perde anche 13 meuro di tagli ( il 15% sul totale ), mentre alcune risorse del ministero dell’ambiente vanno verso il privato o verso Sogesid ( calderone dei consulenti sulle bonifiche ) piuttosto che verso Ispra, vero braccio tecnico, almeno sulla carta. Una cannibalizzazione disordinata del pubblico che conviene solo alle lobby.
in attesa di nomina è il dg Stefano Laporta