Ma in che mani siamo? La ricerca pubblica non può autocensurarsi a tal punto, inammissibile che in una democrazia europea nel 2022 ancora non si possano intervistare gli autori dello studio sul Pertusillo. Da aprile 2021 chiediamo interviste agli studiosi che si sono occupati del Pertusillo da oltre un lustro, eppure la gerarchia ISS ha sempre rifiutato una risposta, intervista mai autorizzata ed il compromesso quale è stato? La pubblicazione il 26 gennaio di un comunicato pubblicato per replicare alle volutamente erronee interpretazioni della stampa lucana (quella che prende i soldi dalla pubblicità delle compagnie petrolifere-ndr) che non riusciva a scrivere l’espressione “idrocarburi nell’invaso” stravolgendo e difatti censurando il reale significato dello studio, il tutto forse per compiacere il loro sponsor. Chissà se dalla medesima compagnia è arrivato qualche suggerimento nello smorzare il carico innovativo e mediatico della ricerca, et voilà da oltre un giorno il comunicato degli studiosi sul sito ISS non c’è più.
Non se ne può più, poi la scienza pretende pure rispetto e considerazione. Ma come si può rispettare la pubblica ricerca se quei pochi bravi e liberi ricercatori che abbiamo e paghiamo vengono ingabbiati tra politica, multinazionali, trame di palazzo ed uffici stampa dediti alla censura ed al rifiuto delle interviste? Prima Report cacciata da una conferenza stampa dell’ISS in piena pandemia nel silenzio di tutti, dall’ordine dei giornalisti al Presidente della Repubblica, adesso dopo tre articoli scientifici sul Pertusillo nessun dialogo o confronto con le comunità locali (che hanno anche fornito i dati) ed improvvisa scomparsa dal sito web pure dell’unico comunicato stampa fatto sullo studio stesso? Se la ricerca pubblica deve essere ridotta a questo meglio chiudere questi carrozzoni e finanziare direttamente le poche associazioni che fanno citizen science, saremmo onorati di retribuire noi i liberi scienziati con un sistema di audit esterno e partecipato, la vera casa di vetro. Invece siamo all’autocrazia, le istituzioni pretendono le tasse per il loro mero sostentamento, lo Stato di Diritto è una barzelletta e mentre la compagnia petrolifera ha il filo diretto con i palazzi di ricerca i cittadini vengono isolati nei territori, chiamati a pagare le tasse per non avere nè trasparenza, nè verità, nè confronto, nè partecipazione. Noi di Cova Contro denunceremo i fatti in tutte le sedi e a tutti i livelli sempre e comunque, l’atteggiamento dell’ISS sulla vicenda Pertusillo è il simbolo della mancata libertà di ricerca in Italia, delle ingerenze politico-economiche e della mancata divisione di ambiti e poteri. Ricordiamoci che l’ex responsabile del settore ambiente dell’ISS, personaggio che nulla ha fatto per la situazione lucana, firmando anche pareri incompleti e chiaramente contestabili, appena andata in pensione è diventata consulente ENI proprio per criticare la VIS del CNR di Pisa, unico vero studio di medicina ambientale fatto in Basilicata, dato che ancora oggi fomenta rabbia ed indignazione verso l’ISS.
