Il nesso c’è per il Cnr lucano. Per Eni la causa sono luna e sole

di Giorgio Santoriello

Il 28 novembre 2014, a Bologna presso la Regione Emilia Romagna si è tenuto il “33mo Convegno Nazionale di Geofisica della Terra Solida”. Oltre ai soliti noti, dal Prof. Mucciarelli (relatore del convegno-fantasma sulla micro-sismicità che doveva tenersi il 3 dicembre scorso a Potenza , poi misteriosamente annullato ) al dirigente del MiSE Franco Terlizzese, colui che chiudeva le porte ai sindaci valligiani durante gli incontri Eni-Regione; c’è stata l’interessante ed importante esposizione del Tony Alfredo Stabile del CNR di Tito, intervento intitolato: ”il caso della Val d’Agri: ruolo del lago Pertusillo e del pozzo Costa Molina 2 – presente e futuro delle ricerche sulla sismicità indotta in Italia.”

Parlano della Basilicata in Emilia Romagna, perché? Il ricercatore del CNR lucano conferma l’alto rischio sismico dell’area (interessata da attività petrolifere ndr) ed elenca in apertura le fonti utilizzate per i dati sismici: dal Catalogo della Sismicità Italiana al database Eni, elencando i maggiori eventi dell’area, ove su tutti primeggia il sisma del 1857, ma rilevante fu anche quello del 1826. Eventi del 4-5 grado vennero registrati nell’area anche nel 1980, nel 1971, nel 1906 etc. Secondo il database Eni sono stati registrati ad oggi, dal 2001, 1786 eventi sismici (la rete Eni è quella più ramificata, l’Ingv nella zona ha solo 3 stazioni peraltro molto più distanti rispetto a quella Eni – come al solito la multinazionale ha più mezzi dello Stato – ndr ). Interessantissima è la distribuzione degli eventi per profondità e latitudine. Infatti sia a ridosso del pozzo Costa Molina 2 che a ridosso di altre infrastrutture petrolifere valligiane l’attività sismica rilevata è numerosa con eventi che per la maggior parte dei casi sembrano focalizzarsi proprio tra i 2 ed i 6 km di profondità (l’area interessata proprio dal pozzo – ndr ). Stabile evidenzia le possibili cause di questa attività, includendone anche l’estrazione mineraria e la re-iniezione delle acque di strato, quindi l’attività svolta proprio dal pozzo Costa Molina 2.

Le ricerche americane sono più avanzate, perché non si applicano in Italia? Avvalendosi delle ricerche del prof. Ellsworth, pubblicate su Science nel 2013, Stabile afferma che anche in Val d’Agri la struttura porosa di determinati strati geologici potrebbe solo ritardare la risposta sismica a pressioni sovrastanti, esercitate dal peso, per esempio, di grosse masse liquide iniettate nel sottosuolo, quindi anche la re-iniezione petrolifera, anzi secondo il servizio geologico statunitense, l’USGS, soprattutto dall’attività petrolifero-mineraria. Infatti Ellsworth, riprendendo i casi della Rocky Mountain Arsenal in Colorado e della Paradox Valley, riporta la correlazione tra la re-iniezione ed eventi simici compresi tra i 2 ed i 4 gradi per pozzi compresi tra i 2 ed i 5 km. Il Prof. Ellsworth suggerisce in questi casi di sospendere la re-iniezione sull’esempio di ciò che è accaduto a Youngstown in Ohio, dove con la sospensione della re-iniezione coincise anche la cessazione della micro-sismicità. In Ohio, da sempre a basso rischio sismico, si verificarono, dopo l’avvio delle estrazioni petrolifere-gassose, eventi sismici anche pari a 5.7 gradi.

La re-iniezione di Costa Molina 2 sta causando micro-terremoti. Stabile paragona altresì le pressioni esercitate nel tempo dalla massa d’acqua del Pertusillo con quelle esercitate dalla massa di acque di strato re-iniettate sotto terra dal pozzo Costa Molina 2, ed i grafici sono espliciti: sul versante nord-est dell’invaso, la micro-sismicità è aumentata costantemente nel tempo per numero di eventi ed intensità dal quarto giorno successivo all’entrata in funzione ufficiale del pozzo Costo Molina 2. Aperto il 2 giugno 2006, il primo evento si registrò il 6 giugno. Quindi la micro-sismicità indotta dalla diga è localizzabile a sud dell’invaso, è inferiore ai 2.7 gradi di media e risponde a ritmi ciclici su base annuale, tra marzo e luglio, in base ai livelli di svuotamento/riempimento dell’invaso. Non chiaro risulta ancora il dato della pressione di re-iniezione del pozzo, un valore importante di cui Eni non ha mai parlato, ma che potrebbe avere dirette implicazioni nella stimolazione delle faglie. Stabile afferma: “ la micro-sismicità maggiore o uguale a 2 gradi, localizzata a nord del lago, ad 1,3 km dal pozzo Costo Molina 2, è indotta dalla re-iniezione delle acque di strato e si distribuisce su una faglia che immerge a NE”. Ellsworth afferma altresì dell’eventualità di eventi sismici anche a 10 km dal punto di re-iniezione. Stabile conclude ritenendo opportuni la revisione della pericolosità simica, studi di vulnerabilità del costruito ed ulteriori indagini sulle tipologie di micro-sismicità indotta da attività antropica. In Svizzera (San Gallo ) ed in Ohio nonostante un rischio sismico ed una fragilità territoriale inferiore a quella della Basilicata le attività petrolifere o geo-termiche sono state precauzionalmente sospese.

L’Eni scrive che la micro-sismicità potrebbe essere indotta da luna, sole e meteoriti. E il petrolio?L’Eni nel suo sito “Eni-Basilicata” ha una sezione dedicata alla micro-sismicità ed oltre a video assai discutibili rilasciati da geologi come Tannoia o Doglioni, il contenuto del sito ha del misterioso, sul filo dell’imbarazzante. La cartina sismica dell’Italia piena di frecce rosse indicanti la faglia appenninica perde “le frecce” in concomitanza di Basilicata e Campania, quasi a distogliere l’attenzione del visitatore ma la chicca si cela tra le cause di possibile micro-sismicità indotta/innescata: si elenca di tutto dai test nucleari ai vulcani, fino a fenomeni extra-terrestri come l’attrazione lunare o solare, elencano di tutto anche la geotermia, tranne l’attività di famiglia, il petrolio. C’è un serio problema etico che tocca diritti e scienza: l’informazione di Eni è ovviamente di parte e la ricerca pubblica non ha soldi per competere con i privati, perché studiare grandi fenomeni costa. La Commissione Ichese non ha dato nuove e grandi risposte/proposte circa la correlazione tra grandi terremoti e micro-sismicità ma è anche vero che la scienza ufficiale e libera non esclude del tutto una correlazione, soprattutto per le aree a grande rischio sismico come la Basilicata – per parlare con certezza serve la ricerca, la sperimentazione, che oggi in Italia manca. Servirebbero grandi finanziamenti, ma intanto in alcuni Stati ai primi tremori hanno bloccato o ridotto la re-iniezione.

Il lungo guinzaglio dietro Costa Molina 2 passa per la scossa del 28 dicembre 2014? L’Eni nel Local Report 2013 parla per la prima volta di re-iniezione con un grafico ed un paio di paragrafi ed omette citazioni di legge e scientifiche, nonché dati tecnici importanti come la pressione di re-iniezione. Sul sito Unmig-MiSE, nell’area di Costa Molina appaiono ben 5 pozzi, e nessuno riporta la funzione di re-iniezione. Non sappiamo se la dichiarata sterilità produttiva in realtà nasconda altro, ossia la convenienza di trovarsi tra le mani un’enorme discarica sotterranea con cui risparmiare i costi dello smaltimento industriale. La cavità di re-iniezione è vuota oppure le acque di strato stanno pressando volumetrie in parte piene di acque, roccia o petrolio di scarsa qualità? Sotto Costa Molina 2 c’è uno degli invasi ad uso umano più grandi d’Europa e nessuno oggi ha mai detto in pubblico con quali studi questi luoghi sono stati ritenuti idonei per attività petrolifere. La scossa di 3.2 gradi del 28 dicembre con epicentro proprio in quest’area è stata innescata o era naturale? Speriamo solo che un giorno l’ambiente imponga la sua di legge.

Lun, 12/01/2015 – 18:23

http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/pozzo-costa-molina-2-sta-causando-micro-terremoti-val-d%E2%80%99agri-16159.php

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.