Mai letto sulla stampa locale, web o cartacea, un articolo od un editoriale sui rapporti tra la chiesa lucana e le compagnie petrolifere, forse “non expedit”. Il “non expedit” ossia il “non conviene” fu l’indirizzo stabilito da Pio IX nel 1874 per delegittimare, a ragion veduta, la politica italiana alla luce delle questione romana. Forse oggi la linea lucana invece è quella dell’expedit, ossia della convenienza. Nel 2013, a Natale va in scena un “horror”, sotto ripreso: il vescovo Agostino Superbo celebra la messa natalizia nel parcheggio del COVA, alla presenza dei futuri arrestati e rinviati a giudizio per traffico illecito di rifiuti e tanto altro, a farsi il segno della croce sono coloro che nelle intercettazioni taroccano le analisi per nascondere l’inquinamento. E poi ci sono quelle offerte/donazioni che alcune aziende dell’indotto petrolifero hanno fatto in giro per la regione per il restauro delle cappelle, pare da atti non pubblici, o per altre attività, come a Pisticci Scalo per una locale festività, oppure il parroco di Corleto che intercettato dalla DDA di Potenza faceva il braccio destro “raccatta voti” della Vicino. Insomma poche condanne forti e chiare da parte della chiesa locale verso lo sfacelo lucano e tanta vicinanza fisica al potere politico ed economico. Infine l’ex vescovo Todisco che dopo aver annunciato la sua volontà di andare a fare il missionario in Honduras ( nazione non nuova alle vicende lucane ), dopo tre settimane Todisco denunciava presunte tangenti per le assunzioni nell’indotto FIAT, folgorato forse sulla via dell’Honduras.
Nel 2016 abbiamo chiesto come Cova Contro, ad una diocesi lucana, di fare trasparenza sui rapporti con le aziende petrolifere o il loro indotto, ma ad oggi nessuna risposta. Qualche giorno fa invece Orofino, dopo aver parlato di petrolio in un evento pubblico, poco dopo festeggiava con De Filippo i 50 anni dell’istituto Pitagora a Policoro, ed invece sui giornali usciva l’appello “democristiano” di alcuni cattolici che ovviamente non denunciavano gli scempi ambientali e sociali del petrolio, ma inneggiavano ad una spesa più virtuosa esorcizzando eventuali “fondamentalismi”. Dimenticano di dire che i “fondamentalisti” hanno avuto ragione ad oggi?
Non ci rimane che sperare nel vescovo Caiazzo, non nuovo alle lotte ambientali, unico faro di speranza rimasto, perchè il resto è buio, e lo è da troppo tempo. In Basilicata stiamo attuando la ” Laudato Si’ “? Scusateci, ma noi di Cova Contro non ce ne siamo accorti.