La vicenda è tutta made in Basilicata e ve la illustriamo dall’inizio.

Il 15 ottobre 2015 un membro dell’associazione Cova Contro consegna al presidio sanitario di Policoro, ufficio Igiene Alimenti e della Nutrizione, un grappolo di uva bianca da tavola acquistata poco prima presso un locale discount di Policoro ( sotto i referti allegati ), l’uva viene consegnata all’ASM perchè l’olezzo nauseabondo che ne deriva è fortissimo ed amplificato durante il trasporto in automobile. Nei mesi successivi effettuiamo diverse richieste sull’esito delle analisi, in diversi modi, ma la risposta scritta ed apparentemente completa arriva pochi giorni fa e qui passiamo alle “carte” di questa vicenda.

white grapes
fonte – Agnellogroup.it

L’ASM scrive che la medesima uva è stata prelevata a sua volta anche dal proprio personale presso il punto vendita policorese: quindi il nostro campione (A) finisce all’Istituto Zooprofilattico di Teramo dopo essere passato da Foggia, così come il campione prelevato dall’ASM (B). Per l’ASM il campione (B) è, era, a norma, quindi commercializzabile come riportato nei documenti allegati, invece i problemi c’erano con il campione consegnato da noi (A). Infatti come leggerete dai documenti sotto allegati, il 23 marzo 2016 l’Izs di Foggia comunica all’ASM che il campione (A) invece è contaminato da procimidone, un fungicida tossico non più in commercio.

La dura vita di un campione: come non funzionano i controlli sanitari sugli alimenti. Il dott. Antonio Martemucci, dirigente dell’ASM, scrive che i campioni sono stati tutti prelevati lo stesso giorno, invece il rapporto di prova dell’Izs scrive che il prelievo del loro campione risale al 16, un giorno dopo, ed il campione a Foggia arriva il 17 ottobre 2015 ma l’Izs di Foggia manda il campione ai colleghi di Teramo ( perchè a Foggia l’attrezzatura d’analisi era rotta ), ove il campione di uva bianca venduta a Policoro arriva il 23 ottobre. Ma la via crucis di questo campione non è finita anzi, l’analisi del nostro campione (A), come riportato nel referto, inizia il 3 dicembre e si chiude il 18 febbraio 2016, con il referto che attesta la pesante contaminazione da procimidone che a fronte di un limite di legge di 0.01 mg/kg, sull’uva venduta nel discount policorese, arriva a 0,72 ( con un’incertezza di 0,36 ) vorrebbe dire con una contaminazione che oscilla tra le 36 e le 72 volte la soglia di legge. Il referto viene stilato a Teramo il 21 marzo 2016 e comunicato all’Izs di Foggia il 22. Il campione ha viaggiato 500 km per avere un referto ( chissà quanto attendibile a questo punto visto il lungo tempo trascorso, i passaggi di mano etc., il campione può aver perso parte del principio attivo facendo diminuire il peso della contaminazione, il cosiddetto tempo di carenza  – ndr ) dopo oltre 5 mesi dal momento del prelievo in loco.

procimidone

Ma sull’uva non c’era solo il fungicida: infatti oltre al procimidone, l’Izs di Teramo ha trovato anche l’imidacloprid a 0,026 mg/kg ( un neo-nicotinoide attenzionato e sospeso in passato per la sua elevata tossicità verso le api ) ed il dimethomorph rilevato a 0,57 mg/kg ( limite 3, tossico a largo spettro e particolarmente tossico per il suolo ed i relativi microorganismi ). Il database IUPAC – INTERNATIONAL UNION OF PURE AND APPLIED CHEMISTRY – riporta che secondo le autorità americane, il procimidone è un probabile cancerogeno per il fegato ed un distruttore endocrino, mentre altre doti di tossicità non sono ancora note, come per quasi tutto il resto di questo ambito. Per l’imidacloprid la sua tossicità per gli uomini non è ancora nota nel dettaglio e l’americana USEPA dal 2006 ne sta valutando la cancerogenità. Ovviamente non si nulla si sa dell’effetto sinergico di questi tre principi attivi se ingeriti contemporaneamente. Ovviamente dei metaboliti, quindi dei prodotti di degradazione di questi fitofarmaci, non sappiamo nulla.

Questa storia deve insegnare al consumatore come l’autotutela sia una forma di prevenzione primaria, quindi chi vuole può sia rivolgersi all’ASM come fatto da noi, oppure se non vuole aspettare e si fida poco del pubblico controllo, può pagarsi le analisi residuali sui fitofarmaci da solo e capire meglio cosa mangia. Fatto sta che ad oggi quella partita di uva non era ufficialmente contaminata, ma la contaminazione riguardava secondo loro, solo il campione da noi prelevato, e per legge vale il campione dell’ASM non il nostro, ASM che ha prelevato in solitudine in un secondo momento. Noi siamo certi che l’ASM abbia lavorato per camuffare l’esito delle analisi, e non solo, ed il tutto lo gireremo alle autorità competenti: per noi quell’uva era da ritirare dalla vendita, e per far questo non sono serviti neanche 14 mesi.

Giorgio Santoriello – Cova Contro

 

 

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.