Ormai dovremmo chiamarlo il “Comune dell’Eni”, se leggete anche questa ultima delibera del Sindaco Di Leo datata 16 giugno vi renderete conto dell’assurdità dei presupposti che stando al sindaco rappresentano un’opera diffamatoria contro l’amministrazione: affermazioni “allusive” secondo il sindaco la lista da noi pubblicata degli amministratori e dei loro parenti che lavorano nell’indotto petrolifero, dati che purtroppo rispondono alla realtà. Ed anche questa volta invece di rispondere mezzo stampa o rettificare ( ma forse non è possibile quest’ultima opportunità per ovvie ragioni ), ci querelano perchè i nostri articoli non piacciono, e forse perchè mettono in luce le parentopoli locali che ruotano attorno al “petrolio di paese”. Addirittura secondo il Sindaco avremmo diffamato lui, la giunta, il consiglio ed i dipendenti comunali tutti. Continua l’uso intimidatorio della legge, abuso che noi useremo al meglio contro gli autori di questa misera reazione, i quali non avendo argomenti da contrapporre pensano di metterci a tacere con risibili ed infondate azioni legali che ovviamente pagherà la comunità. Tutta questa miseria ci legittima e ci rafforza, e sulle parentopoli locali il capitolo è solo all’inizio. Sotto in allegato la terza delibera di querela nei nostri confronti.

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.