Dopo la mole di dati che questo blog ha “vomitato” durante i suoi primi 9 mesi di attività, sentivo l’esigenza di raccontarvi qualche nostro retroscena nei rapporti con la grande e rinomata stampa nazionale.

Tra il 2015 ed il 2016 si stringono diversi contatti con la redazione del FattoQuotidiano: intensi scambi di mail, dati, documenti perché della Basilicata e dalla Basilicata non parla nessuno ed il Fatto gli articoli sulla Basilicata e relativi problemi ambientali, li fa solo o con le notizie ufficiali già pubblicate da altri o con quelle già battute dalle altre agenzie di stampa. Noi abbiamo proposto al Fatto uno spazio nella sezione blog del giornale on-line ove si parla spesso di musica, calcio, costume, Totti e veline, e tanto altro, chiedendo gratuitamente uno spazio che illustrasse la situazione lucana. Invio dopo invio ci giungono le risposte più assurde, intervallate da silenzi e soliti rinvii per impegni altri, ma anche osservazioni del tipo “dobbiamo controllare le fonti ” e pian piano dalle inchieste ignorate iniziano a chiederci la cronaca locale, settore non nostro. Il walzer va avanti per oltre 8 mesi, inviamo di tutto sul Pertusillo, i finti controlli, le contaminazioni alimentari nascoste, la radioattività anomala in alcune zone, ma le pubblicazioni non arrivano mai. Ad un certo punto chiedo i bilanci del Fatto per capire quanti soldi di pubblicità prenda il giornale dalle compagnie petrolifere, e da allora solo silenzio, mai risposto neanche a questa richiesta. Nonostante per me il Fatto sia una lettura fissa, un ottimo giornale con i suoi difetti, mi sono reso conto che anche nel fare libera stampa e libera opposizione politica ci sono le “vie di mezzo”, ed il Fatto per me ne è un esempio: casino sì, ma senza esagerare anche se hai in mano i documenti. Stranamente durante l’ultima festa del Fatto invece che leggere le intercettazioni sul petrolgate lucano hanno preferito riprendere le intercettazioni sull’ex-ministro Lupi e le raccomandazioni per il figlio. Buffo che il Fatto organizzi i corsi per non farsi influenzare dalle grandi aziende: basterebbe pubblicare bilanci ed introiti pubblicitari per iniziare a fugare ogni dubbio e chiedersi come mai il Fatto sulle questioni lucane arrivi sempre dopo ed in compagnia, nonostante qualcuno abbia offerto loro gratuitamente diverse inchieste. La Basilicata è piccola, ha pochi lettori, del resto perchè perdere grandi sponsor per un pugno di “provinciali”?

centro oli tempa rossa luglio 2016Dopo arrivano gli arresti sul petrolio e vengo assalito per una settimana da diversi giornalisti di LA7: li aiuto in ogni modo, dandogli dati, contatti, addirittura indicazioni logistiche su come spostarsi e dove dormire, passo ore a scrivere per loro riassunti e proposte su come fare i servizi, faccio di tutto a distanza, gratis e senza comparire in Basilicata in alcun servizio, ma cerco di dare visibilità alle vittime locali della petrolizzazione selvaggia. Finisce che: non compaio neanche nominato in alcun servizio delle suddette giornaliste, neanche nei titoli di coda, e, ciliegina sulla torta, in una puntata di Piazza Pulita proiettano lo studio dell’ISS sull’aumento della mortalità in val d’agri da noi ottenuto e pubblicato in anteprima tre mesi prima degli arresti ed ovviamente anche qui non compare nessuno degli autori di quell’inchiesta evitando di citare la fonte che ha reso pubblico quello studio. Il Fatto almeno non ha pubblicato, LA7  invece si è appropriata del lavoro e della bontà altrui ignorando anche le richieste di intervento in studio nonostante il livello dei convenuti sulla tematica petrolio fosse bassissimo.

deposimetro nei pressi della Sider
deposimetro nei pressi della Sider – 2016

A settembre tocca a Gaetano Pecoraro delle IENE: gentile, affabile, simpatico, intuitivo ma anche superficiale, televisivo ed avventato. Mi pressa e mi stressa, vuole parlare delle diossine negli alimenti di Bucaletto come vuole lui e con chi vuole lui. Fatto sta che una mattina ci vediamo a Potenza (ci vado a mie spese partendo da Policoro) stiamo insieme oltre 5 ore, giriamo, troviamo le inquadrature giuste e poi il posto migliore per l’intervista che durerà una ventina di minuti nei quali Pecoraro mi chiede di tutto: dalle analisi, agli omessi controlli, al registro tumori, agli scenari eventuali futuri e quando arriva il giorno della messa in onda mi viene laconicamente scritto che l’intervista non funzionava, nonostante fino a pochi giorni prima della puntata mi era stato anticipato per iscritto che l’intervista sarebbe andata in onda.

Poi Avvenire, in due articoli ha dimenticato il nostro lavoro pregresso fatto sulle tematiche da loro affrontate con qualche anno di ritardo e citando i nostri dati, etc. mentre altre testate, come ilGiornale, ilRestoQuotidiano e Linkiesta sono state invece sempre puntuali ed impeccabili. Nel 2016 abbiamo avviato una fattiva collaborazione con Peacelink di Taranto e col giornale Terredifrontiera grazie alla fiducia di Pietro Dommarco. La stampa lucana, invece, è così malata da essersi guadagnata la sua personale categoria nel nostro blog: in Basilicata continuano ad ignorarci e si ricordano di noi o quando il problema da noi denunciato è troppo grosso da ignorare, oppure quando hanno bisogno di “riempirsi la vita”. Tante manipolazioni in Basilicata sul nostro lavoro, anche da parte di giornaliste, compagne di vita di politici locali, ma anche questa è un’altra storia che forse nel 2017 affronteremo. Continueremo le nostre, le vostre battaglie perchè se la stampa è il quarto potere allora ai blog non rimane che il quinto, del resto qualcuno dovrà pur evidenziare i significati dei silenzi ed i finti scoop di una stampa cartacea sempre più incline agli sponsor petroliferi. Auguriamoci un nuovo anno da persone più libere.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.