Le associazioni Cova Contro e Liberiamo la Basilicata c’avevano visto meglio di Arpab durante la fioritura algale del 2017. Dopo i primi due articoli scientifici in merito, il 28 dicembre è uscito il terzo su MDPI.

Mentre nel 2017 il presidente Pittella diceva che erano solo alghe e Achille Palma di Arpab andava su Telenorba a negare la presenza di idrocarburi denunciata per mesi solo da Cova Contro e Liberiamo la Basilicata, dallo spazio l’occhio terzo del satellite Sentinel 2 riprendeva la verità senza ingerenze politiche o ricatti estrattivi, le royalties dallo spazio sono ancora più piccole delle loro ricadute risibili ravvisabili da terra.

L’equipe internazionale autrice dello studio ha differenziato la presenza di clorofilla da quella degli idrocarburi, confermando dallo spazio i risultati di metagenomica degli studi precedenti ovvero che la comunità microbica del Pertusillo reagì alla massiccia ed estesa presenza di idrocarburi con comunità idrocarbonoclastiche specializzate nel degradare il petrolio. Incrociando tecnologie satellitari, immagini da droni, prelievi delle associazioni a terra e studi di genomica sui batteri, ne è derivato uno studio pioneristico che dimostra come senza enormi capitali ma ricorrendo a tecnologie già disponibili a basso prezzo e con le giuste competenze si possano incrociare diverse metodiche, coinvolgendo i cittadini, senza screditarli, ricostruendo dinamiche su vasta scala e lunghi archi temporali. Un gruppo di scienziati insieme a due associazioni lucane ha documentato in tre studi il disastro ambientale, mentre Regione ed Arpab negavano e delegittimavano i cittadini con la provetta, questi ultimi avevano ragione dimostrando l’arretratezza voluta e la malafede dei controllori regionali. Questo studio traccia una via per lo studio degli ecosistemi in maniera imparziale e puntuale: osservazione dallo spazio, analisi genetiche sulle comunità batteriche e citizen science insieme per difendere l’ambiente senza ingerenze politiche o economiche.

fonte: https://www.mdpi.com/2072-4292/14/1/121

Interessante la complementarietà non voluta dei dati lucani: le associazioni si concentrarono sugli inquinanti come gli idrocarburi con soglie di sensibilità più basse di quelle di Arpab, quest’ultima invece misurò la clorofilla non commissionata dalle associazioni. Ovviamente già dall’uscita degli articoli precedenti non sono mancate “reazioni” da parte di una compagnia petrolifera, noi invece da aprile, dall’uscita del primo articolo, aspettiamo ancora dall’ISS una risposta alla nostra richiesta di intervista agli autori italiani.