Riportiamo il video svolto da Ciccio Salerno, attivo e vigile cittadino di San Mauro Forte, vera sentinella ambientale, che ci aggiorna sulle “evoluzioni” del Salandrella
dalle immagini, e dalle analisi svolte oltre un anno fa, sembra avvalorarsi la teoria che melma e liquami ripresi siano fanghi petroliferi, barite ed additivi, ma nonostante l’evidente gravità della situazione e le indagini partite dalla nostra denuncia/analisi, ad oggi dalla procura di Matera non abbiamo ricevuto alcun feedback sulle analisi di Arpab, i comuni ci hanno escluso dal tavolo convocato dalla giunta Verri sullo stato del Cavone, ed altri come Salandra pur scrivendoci di fatto la loro lettera è rimasta morta. Non esiste alcuna ordinanza di divieto di utilizzo di quelle acque, alcun monitoraggio ambientale in corso specifico per quel sito, e ad oggi ancora non sappiamo di cosa effettivamente si tratti e come le varie istituzioni si siano attivate per contrastare e studiare il fenomeno. La Basilicata si conferma terra di nessuno a disposizione per pochi capaci di tutto.