Nella mega-discarica del gruppo Castellano si attua il pensiero Keynesiano: scavare buche per riempirle, l’importante è lavorare
Le immagini sono tutte del presidente del “Comitato Civico per Gorgoglione”, Francesco Nigro. Girate il 16 agosto scorso, durante la locale festa di San Rocco, nella discarica Semataf di Guardia Perticara, una delle più grandi d’Europa, si lavorava per scavare in terreni intrisi di rifiuti al fine di ospitare l’ignoto carico ( terriccio nerastro ) di un ignoto trasportatore.

Mentre Guardia Perticara è uno dei borghi più belli d’Italia, destinatario della bandiera arancione, una collina è stata praticamente scavata dalla sommità per imbottirla di rifiuti speciali e sul sito dell’Arpab digitando “semataf” il risultato è: “nessun risultato”. In area franosa, sismica e di pregio naturalistico ed archeologico la Regione Basilicata ha ben pensato di autorizzare una mega-discarica, situata tra l’altro ad un altitudine più elevata del vicino paese di Guardia Perticara. A ridosso della Semataf si pascola e si coltiva grazie ad un’AIA scritta al solito con i piedi.
Abbiamo chiesto informazioni sulla natura del carico e la liceità dei lavori sia al gruppo Castellano, proprietario della discarica, che alla Ricciato, azienda riportata sul rimorchio ripreso. Alle autorità competenti invece abbiamo girato i dovuti interrogativi. Fatto sta che l’importante in Basilicata è scavare, che si tratti di petrolio o rifiuti, il suolo va valorizzato come coperchio ideale dei nostri business.
Da notare che nell’AIA della Semataf si parla di trattamento chimico-fisico dei rifiuti, non di interramento tal quale come appare invece dal video, ma a questo dubbio deve rispondere il NOE.
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