Testi equiparabili a carta straccia: Pittella sovrappone la guerra interna al PD con il diritto alla salute

A prescindere dagli accordi regionali che si raggiungeranno, questa vicenda deve far riflettere. La stampa lucana ne ha parlato poco, a parte gli articoli di Gianfranco Gallo e di pochi altri tra Agenas e tre consiglieri regionali, la sanità lucana pur costando oltre 1 miliardo di euro non ha sulla stampa lo spazio che merita o “demerita”. Del resto è il primo ganglio della politica locale, quindi su questi fili corre l’alta tensione.

Partiamo con le dgr n. 876 ed 877 deliberate durante le vacanze estive ( 29 luglio c.a. ). Nella 876 vi è allegata la proposta del Comitato Tecnico, di seguito sintetizzata, mentre la dgr. 877 cita come approvato il disegno di legge di riordino del SSR senza allegarlo. Senza alcuna chiara copertura di spesa per le singole azioni previste, si immagina un mondo nuovo ma non per forza migliore infatti:

  • I direttori sanitari diventerebbero i padri-padroni delle aziende ( quindi un piccolissimo avanzamento di carriera rispetto l’attuale ) con compiti manageriali più ampi ma sarà sempre la politica a nominarli;
  • i LEA continuano ad essere un dogma violato e violabile, infatti la sanità pubblica non migliora grazie ai LEA ma grazie ad un vero monitoraggio qualitativo degli stessi nonostante alcuni servizi sembrano ignorati dai parametri LEA, pensiamo agli anziani che da Policoro prendono la navetta per il CROB e dopo 5 ore di pullman al giorno, affrontano il viaggio anche senza l’ombra di una OSS a bordo;
  • Il problema dei costi del personale che in alcuni presidi è il 64% della spesa totale, una cambiale clientelare che purtroppo bisogna onorare da un lato per gli obblighi contrattuali acquisiti ma che dall’altro rischia di diventare un’ipoteca sulla sviluppo del SSR;
  • Con i nuovi standard UE-ministeriali la Regione pensava: al San Carlo come azienda sanitaria a sé inglobando Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri – l’ASP incentrata su Pescopagano avocando a sé la rete regionale del 118 – l’ASM tra Matera e Policoro avrebbe assorbito Stigliano, Tricarico e Tinchi spostando la sede amministrativa a Matera, ed il Crob sarebbe diventata un’azienda a parte. Praticamente in Provincia di Potenza ci saranno 3 aziende di cui una con competenza regionale, ed una con compiti anche di alta ricerca scientifica,  ed in Provincia di Matera una sola azienda di primo livello, tra l’altro mentre il solo San Carlo sarà di II livello quindi con più offerta;
  • Non chiaro è il ridimensionamento della continuità assistenziale ( forse meno guardie mediche e per meno ore ma questo senza né dirlo chiaramente, né lasciando intendere il rimedio );
  • La quasi totalità delle strutture complesse interaziendali sarà in quota a Potenza;
  • La differenziazione tra ospedali e presidi non è chiara;
  • Tutte queste modifiche, territoriali ed amministrative non hanno un piano economico annesso e dettagliato per importi e tempi, e non si comprende come diminuire la spesa del personale entro il 2020 senza toccare i diritti / contratti degli operatori del settore;
  • Il piano Pittella tiene conto apparentemente di due direttive: quelle politiche e quelle elettorali, infatti la futura e monca geografia della sanità regionale sembra disegnata per accentrare i poteri sul potentino e con essa l’offerta sanitaria, e quindi le briglie elettorali, il tutto senza chiudere un solo ospedale ma semplicemente demansionandoli: in questo modo quanto personale sanitario sarà costretto a viaggiare per lavorare? I soldi ipoteticamente risparmiati evitando nuove assunzioni ( che in alcuni settori invece servirebbero ) dovremo spenderli in trasferte retribuite per il personale già esistente? Strano il fatto che sia l’andamento demografico che i flussi turistici che le emergenze ambientali in questo piano non rientrino infatti d’estate, e non solo, l’ASM dovrebbe far fronte con un primo livello, all’aumento esponenziale dell’utenza di per sé già extraregionale nel resto dell’anno, infatti dalla Provincia di Taranto e da quella di Cosenza molti pazienti vengono o su Policoro o su Matera, per non parlare dell’endocrinologia di Tinchi con pazienti anche campani;
  • La spesa farmacologica invece è un tasto oscurato quando si parla di contenimento della spesa;
  • Idem la prevenzione primaria: forse se iniziassimo a programmare e monitorare meglio i territori e le relative popolazione evitando di mettere i pozzi o le discariche vicino i centri abitati o le aziende agricole potremmo strada facendo risparmiare qualcosa;
  • L’osservatorio regionale previsto dalla riforma, sembra una cabina di regia politica messa ad hoc, infatti questo è uno dei pochissimi provvedimenti ove sono già previsti incarichi e relative retribuzioni;
  • Una riforma senza costi concreti preventivati coma può prefiggersi l’equilibrio economico?
  • le guardie mediche saranno dislocabili dove e come? Si vuole depotenziare la sanità pubblica per aprire la strada alla privata ( diagnostica ) e di controllo sempre politico?
  • Oltre all’accorpamento nell’Asm, cosa faranno esattamente i presidi di Stigliano, Tinchi e Tricarico? Come cambierà l’offerta sanitaria su Policoro?
  • Il 118 colmerà i vuoti della continuità assistenziale?
  • All’art. 5 del nuovo statuto regionale si parla di diritto all’assistenza sanitaria, ma in questa riforma non si dice esattamente come e dove. E poi una riforma così basilare non doveva prevedere incontri e partecipazioni di massa nel contesto regionale? Come mai si è andati in giro a spiegare il bilancio regionale anche nelle scuole e non si à andati nei territori a spiegare la riforma sanitaria?
  • Possono essere comitati di autonominati o vicini alla politica, i soli a partecipare ai tavoli di discussione in materia?
  • Come mai delle raccomandazioni e delle bocciature dell’ANAC sulle proroghe degli appalti sanitari in Basilicata non vi è traccia nella riforma;
  • Ed anche se si ripiegasse maggiormente sulla sanità privata, quali sono gli standard ed i controlli da mettere in campo?
  • Come mai l’annunciato Centro di Medicina Ambientale in Val d’Agri non rientra nella riforma? Le cause accresciute di mortalità in Basilicata, attestate da ISS ed Istat, è normale che non compaiano neanche citate nella riforma?

A differenza di altri comitati pseudo-politici policoresi, noi non ringraziamo il Consigliere Spada per due motivi principali: la riforma sanitaria non può essere una resa dei conti tra correnti del PD ed infine Spada: non sapremmo né riconoscerlo per strada, né avremmo mai saputo della sua esistenza se non fosse stato eletto consigliere regionale in questa strana ed improvvisata legislatura. Inconsistenti come il consigliere Spada, sono anche le modifiche proposte da Lacorazza che ricorre ad una decina di pagine per modificare in soldoni solo la distribuzione delle future aziende: praticamente il potere vuole farci tornare alle care vecchie USL, feudi più piccoli e maggiormente controllabili.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.