Consiglio di vedere il video della Versiliana 2018 con l’intervento di Nicola Gratteri –

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/02/versiliana-2018-mafia-e-o-e-politica-rivedi-lincontro-integrale-con-nicola-gratteri/4598059/

Offre nuovi spunti rispetto ai contenuti che da anni Gratteri lancia. Gratteri ha parlato dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, del loro presumibile trend in aumento, della subordinazione ormai della politica alla criminalità organizzata. Perchè in Basilicata non si scioglie da decenni alcun comune per infiltrazione mafiosa? Se le infiltrazioni mafiose sono ufficiali a diversi livelli od ambiti, vuol dire che le prefetture non fanno il loro lavoro unitamente agli altri organi di controllo ed indagine? Ma se nelle prefetture si assegnano i deboli certificati antimafia, e la politica è presente in pianta stabile, quali rassicurazioni può dare un massiccio ricorso ai commissari prefettizi come auspicato da Gratteri? Ricordiamoci che l’ex Minsitro Alfano tacciò di antagonismo alcuni ambientalisti lucani mentre il suo capogabinetto sarebbe di lì a poco entrato a lavorare in ENI! O per non parlare di prefetti potentini che mentirono in sede di audizione parlamentare sul piano d’emergenza esterno del COVA di Viggiano.  Se il connubio mafie-massoneria e quindi poteri economici, la c.d. Santa, è ramificato in procure, caserme e prefetture a chi gioverebbe una svolta prefettizia nella politica locale?

Nicola Gratteri alla Versiliana 2018

Dice Gratteri durante la Versiliana che quando si insediò a Catanzaro trovò una procura in coma con personale demotivato. Quindi mentre in Basilicata le procure archiviavano i principali procedimenti come quello sul traffico dei rifiuti radioattivi e le navi dei veleni e tanto altro, non funzionava neanche il controllore di prossimità per la procura Matera, ossia Catanzaro. Del resto basta leggere la cronaca giudiziaria recente per vedere quanto del lavoro svolto a Catanzaro o a Reggio Calabria attraversi solo negli ultimi anni la nostra regione dopo decenni di buio.

Gratteri nel video lancia anche una proposta, e chiede alla gente di “…occupare i posti… lasciati dalla politica corrotta e scendere in piazza, fare volontariato, in poche parole un invito all’impegno civico ed anche politico, altrimenti il lavoro di pulizia svolto dai magistrati rischia di essere vanificato senza una forte sponda popolare: consola e rattrista questo invito, perchè alla fine si mostra una carenza cronica ed onnipresente ossia la mancata risposta delle masse al lavoro solitario di magistrati, associazioni, comitati, sacerdoti che in tante zone d’Italia sfidano in solitaria o con piccole avanguardie i poteri forti ma non ricevono l’appoggio popolare che meriterebbero.

Gratteri evita di rispondere alla domanda fattagli sugli annullamenti della Cassazione ad alcuni arresti ordinati da lui sull’operazione Stige, e il magistrato prosegue nel sottolineare la qualità degli uomini delle forze dell’ordine che stati maggiori e ministeri gli hanno distaccato. Altro allarme implicito? Varrebbe a dire che la qualità media dei membri di Arma ed altre forze non è all’altezza della minaccia e che per lavorare al meglio servono solo i primi classificati di ogni corso? In questo modo si sta bocciando dal punto di vista operativo il livello qualitativo medio di carabinieri, polizia e guardia di finanza? Allora se Catanzaro evidenzia la qualità dei suoi uomini il resto d’Italia in quali condizioni versa? Del resto della qualità delle indagini e della non scontata terzietà e capacità di molti servi dello Stato noi di Cova Contro, in diverse sedi, ci lamentiamo da anni, dalla segnalazione più folkloristica come l’olio, il vino e la carne regalata dagli imprenditori dei rifiuti a locali comandanti di stazione lucani ai casi più gravi di autentica connivenza tra indagati ed indaganti.

Noi di Cova Contro in Basilicata, e non solo, partendo dal campo degli ecoreati, abbiamo compreso anche altri gravi limiti, già segnalati da Gratteri in altri incontri: la corruzione ed il conflitto d’interesse nella magistratura lucana, la mancanza di disciplina e di rispetto del proprio ufficio, l’eccesso di discrezionalità dei magistrati come paravento per dinamiche oscure volte a far morire importanti indagini nei cassetti, il mercato delle consulenze CTU, la mancata trasparenza sulla situazione patrimoniale dei magistrati e loro affini/parenti, la gestione delle intercettazioni ed i conflitti d’interesse di chi lavora negli uffici preposti, la mancanza di budget economici certi per le indagini più complesse, l’inutilità degli attuali certificati antimafia, la mancanza di trasparenza e legalità per i cittadini che vogliono accedere ai fascicoli di procedimenti archiviati sempre più difficili da rintracciare etc. Gli unici risultati visibili sono la clamorosa bocciatura del CSM della Dott.sa Gravina, le indagini a carico del magistrato che sostituì a Matera la Gravina, la promozione di Basentini al DAP, il trasferimento della Romaniello, la condanna per l’ex procuratore Bonomi, la promozione romana per la compagna del Sen. Margiotta, ex vice-questore di Matera. Intanto Franco Roberti dopo i convegni con l’arrestato Marcello Pittella è entrato anche nella giunta De Luca ed un altro magistrato, Salvatore Colella che pare essere l’assegnatario di numerosi esposti della nostra associazione, sarebbe a sua volta non solo incompatibile ma ora anche indagato nell’ultima sanitopoli. 

Il nostro esposto al CSM, datato giugno 2017, ad oggi non ha avuto risposte dirette e tangibili.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.