Il campione prelevato nel canale di scarico di Tecnoparco il 14 aprile c.a. mostra:
- un colore non ben identificabile, che cambia dal momento del prelievo sino alla sedimentazione avvenuta in laboratorio, e non è mai omogeneo;
- alcune sostanze presenti nel campione non sono quantificabili ma presenti, mancano gli standard di analisi, quindi è verosimile pensare che ci siano sostanze che sfuggono alle nostre analisi;
- l’odore di zolfo/acetone/idrocarburi presente al momento del prelievo era sparito in laboratorio;
- i solidi sospesi totali rilevati a 3800 mg/l a fronte di un limite di legge di 80, quindi oltre 40 volte;
- alluminio a 205 mg/l (limite 1)
- boro 2,40 (limite 2)
- ferro 46,9 (2)
- mercurio 0,02 (0,005)
- rame 0,639 (0,1)
- zinco 3,4 (0,5)
- COD – richiesta chimica di ossigeno 203 (160)
- BOD5 – quantità di ossigeno richiesta dai processi biochimici di depurazione delle acque di rifiuto valore 81,1 (limite 40)
- saggio di tossicità a 30 limite a 50 (dimostrazione che probabilmente il test ufficiale andrebbe aggiornato o rivisto);
- numerosi altri contaminanti erano presenti ma sotto soglia (solfati, cloruri, fluoruri, idrocarburi, tensioattivi etc);
- la legislazione sugli scarichi è in milligrammi non in microgrammi, quindi la quantità che ogni ora termina nel Basento è impressionante tenuto conto della portata dello scarico attivo h24, 365 giorni all’anno;
Oltre alle analisi le immagini parlano chiaramente. Lo scarico di Tecnoparco non riceve i controlli che merita, non ha i pareri ambientali che servono, gode di una sostanziale impunità: sono svariate le indagini partite a suo carico, le perizie depositate da eminenti docenti universitari, le inchieste cadute nel nulla eppure che la depurazioni in alcune occasioni non funzioni è palese, uno scarico che non depura viene solitamente sequestrato, chiuso, ed il gestore dovrebbe per legge rispondere degli impatti causati. Idem i controllori pubblici che non hanno controllato. Non è la prima volta che segnaliamo anomalie visive ed analitiche, in passato anche Arpab lo ha fatto per poi ritirare l’allarme. C’è qualcosa di grave che accade nel Basento da decenni, e la Procura di Matera non vede, non sa, ritiene che tutto sia legale. Ad aprile lo scarico di Tecnoparco andava chiuso, Arpab doveva accorgersene, segnalare, analizzare e la Regione Basilicata sospendere l’AIA e le attività, ma la Regione non può perchè è socia di Tecnoparco mediante il consorzio industriale? Procura, ANAC, DDA, istituzioni europee…possibile che Tecnoparco passi indenne a tutto? Il 14 aprile quello scarico andava chiuso e sequestrato con l’impianto a monte.
Oltre alla perizia Fracassi (nominato dall’ex pm materano Salvatore Colella nel Petrolgate ma mai ascoltato in udienza dalla procura stessa) pubblicheremo a breve anche i risultati della perizia Laricchiuta sempre su Tecnoparco, al cui interno oltre ai dati tecnici traspare altro.











