“Piano piano, buono buono” recita uno spot della Maina, e noi piano piano stiamo estendendo le analisi chimiche ad un paniere sempre più esteso di prodotti, ed il risultato di buono non ha nulla o quasi.

Poche settimane fa abbiamo acquistato in un supermercato di Bolzano due pandori Maina ( lotto 773058 scadenza 30/04/18 ) perchè colpiti dal rapporto quantità – prezzo, ossia 750 grammi per 2,20 euro di prezzo cadauno, oltre ad un etichetta assolutamente vaga, come legge permette d’altronde. In base alle nostre finanze abbiamo ricercato oltre un centinaio di residui di fitofarmaci, aflatossine totali ed ocratossine e per nostro sommo dispiacere, proprio quest’ultime, le ocratossine, erano a 0,89 mcg/kg, a fronte di un limite di legge di 3 per questo alimento, ma, c’è la fregatura nella legge. Infatti se il pandoro fosse considerato dalla UE nel regolamento sotto allegato, destinato ai bambini ( cosa che di fatto è visto che può essere consumato anche da loro ma non specificatamente solo da loro ) il limite di legge sarebbe a 0,5 e questo prodotto non sarebbe vendibile! In tal senso invieremo alla Commissione UE e all’EFSA un nostro parere. Praticamente i bambini vengono esposti a limiti di legge in realtà tarati sugli adulti?!
Quindi tutto nella norma, ma ciò non vuol dire che sia tutto tranquillo. Le ocratossine sono nefrotossiche e probabili cancerogeni, oltre che immunosoppressive e teratogene, quindi tossine prodotte da muffe che proliferano nelle derrate alimentari, soprattutto se di cattiva qualità e conservazione. Normate per legge perchè altamente dannose per l’uomo, ancora più dannose se colpiscono soggetti già deboli o vulnerabili, ed ovviamente possono essere assunte anche da altri alimenti e quindi con altri inquinanti, ma la legge non si preoccupa nè degli effetti sinergici nè della tutela specifica dei bambini. Ovviamente sulla confezione questi dati non compaiono, non esistendo obblighi sia per la tracciabilità delle farine che per la pubblicazione delle analisi in autocontrollo svolte dalle aziende, ed alla fine il consumatore mangia prodotti di “qualità” magari amalgamati a prodotti/ingredienti scadenti, carichi di inquinanti, ed alla fine la diluizione rende il prodotto vendibile si, ma non certo salubre e di vera qualità.
L’analisi è stata finanziata nell’ambito del progetto GAS – Gruppo di Analisi Solidali, mettendo insieme un ristretto gruppo di consumatori interessati all’analisi del prodotto in questione, e che hanno contribuito economicamente al pagamento della stessa. Ovviamente se avessimo avuto maggiori finanziamenti avremmo potuto ricercare centinaia di altri parametri, ma il fine del progetto è proprio quello di rendere il consumatore finale vero giudice della filiera. Intanto perchè Maina spa con una parte dei suoi utili non finanzia le analisi dei consumatori interessati a sapere cosa mangiano e che possono provare l’acquisto dei suoi prodotti? Perchè la Maina non pubblica le sue analisi svolte in autocontrollo? Queste due domande celano le nostre proposte basilari, che da mesi giriamo ad aziende ed istituzioni, ossia totale trasparenza e vera partecipazione del consumatore finale alla selezione dei prodotti. Sotto in allegato le analisi, ovviamente in originale come sempre, e parzialmente anonime visto che neanche il laboratorio conosceva la marca del prodotto.