crozza

#lacontrorassegnastampa di Giorgio Santoriello

All’ombra del barile si stanno consumando i più proibiti amori. In altri paesi la corte suprema avrebbe avviato l’impeachment per un Presidente di Consiglio che invita a non votare, un pò come se vedessimo il Presidente del CSM bruciare in piazza la copia originale della Costituzione. A ruota si aggiunge poi il ministro Galletti, che di ambiente non sa e non vuole sapere nulla, è un commercialista che da anni si barcamena in politica tra giunte rosse e simpatie a destra, padre di 4 figli nessuno dei quali vive né a Viggiano né ad Augusta, e che quindi da ignorante con ampi poteri in materia sostiene pubblicamente il No referendario: anche qui per l’incarico pubblico ricoperto, e ragionando per assurdo, le parole di Galletti sarebbero equiparabili all’impatto che avremmo da Greenpeace se da domani si schierasse con Eni fino al 17 aprile.

E dopo si aggiunge Michele Emiliano, attore da vernacolo più che politico, che un giorno sfila con Pittella a Policoro contro le trivelle mentre canta “bella ciao” e viene seppellito di fischi, dopo dice che bisogna decarbonizzare la Puglia ma non interviene seriamente sugli effetti ambientali della raffineria di Taranto, ed intanto difende le Tremiti e propone però di sfruttare al meglio il gas lucano per l’ILVA, e nel frattempo si porta pure Verri in Puglia (il manager di Matera2019). Praticamente un piccolo Berlusca di provincia, sa tutto e vede tutto e vuole tutto, non pago dell’acqua lucana, non ancora del tutto pagata, che la Basilicata dà ogni giorno a terreni, persone ed industrie pugliesi, oltre al petrolio e gas che mezzo oleodotto arriva a Taranto dopo aver avvelenato i lucani estende il servizio anche ai già “salutisti” tarantini. Emiliano è un ras della tuttologia, da cui stare molto in guardia perché affabulatore più scaltro di Pittella.

Pittella proprio con Emiliano aveva firmato l’intesa tra acquedotto pugliese ed acquedotto lucano pochi mesi fa, un’intesa perfetta, tra due acquedotti che non pubblicano le analisi e quando le fanno, le fanno senza firma, timbri ed accreditamenti: bravi ed uniti nell’incompetenza per sempre. Parlare poi di Pertusillo nel consiglio regionale pugliese, e non in quello lucano, è stato il trionfo dell’ipocrisia: tutti e due sanno ma nessuno vuole scoperchiare per primo la pentola, infatti al netto della disonestà intellettuale di Pittella, Emiliano avrebbe potuto capire da tempo attraverso i suoi dirigenti-tecnici di AQP, cosa fare per il Pertusillo, invece no meglio buttare il can per “l’AIA” e vediamo se Emiliano ha gli attributi di fare una commissione d’inchiesta sull’invaso lucano. Perché Emiliano non indaga sul potabilizzatore di Missanello? Non ha nulla da dire sulla dirigenza di AQP che ha distribuito fanghi contaminati provenienti dai suoi depuratori a migliaia di agricoltori ignari, come ha asserito la DDA di Lecce? Cosa ha fatto Emiliano per tutelare Taranto dagli impatti di Tempa Rossa? Anzi perchè Pittella ed Emiliano collaborano su tutto ma non su Tempa Rossa al fine di salvaguardare la salute della gente apulo-lucana?

E poi il riciclaggio dei compagni di una volta, da Folino a Lacorazza, che mentre tenevano il pugno sinistro chiuso e teso, con la destra aprivano la porta ai petrolieri: “personaggetti” come direbbe il De Luca di Crozza che sul petrolio non hanno mai fatto neanche un accesso agli atti “sensibili”, figuriamoci la lotta.

Ne vedremo delle belle fino al 17 aprile, ma lo spettacolo arriverà dopo.

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.