di Giorgio Santoriello
Sul sito dell’Arpab è visionabile (non nella maniera che meriterebbe ) il testo relativo al 1° Congresso dei Geologi di Basilicata – 30 novembre/2 dicembre 2012. A pag. 303 della relazione, l’Agenzia regionale per l’Ambiente della Basilicata cita la cadenza standard con cui l’acqua della diga del Pertusillo, destinata all’uso potabile, viene analizzata: una volta al mese, salvo problemi. Un invaso grande e strategico come il Pertusillo, nonostante tutte le attività impattanti presenti nei pressi, analizzato una volta al mese.
Gli inquinanti. A pag. 306 della relazione viene riportato che:” I primi risultati delle analisi evidenziano che le acque dell’invaso appartengono alla categoria A2 (tabella 1/A allegato 2 D.Lgs 152/2006) pertanto sono utilizzabili a scopo potabile dopo opportuni trattamenti; sono state inoltre riscontrate quantità significative di nutrienti (azoto e fosforo totale) e tracce di idrocarburi (dell’ordine dei ppm)”. Da ricordare che oltre ai dati successivamente esposti, Acquedotto Pugliese nel novembre del 2012 trovò tracce di idrocarburi nell’acqua potabilizzata dal depuratore di Missanello, filtro ultimo delle acque provenienti dalla diga del Pertusillo. A pag. 307 si dice in merito al pozzo di reiniezione Costa Molina 2 che:” Nel periodo compreso tra giugno 2006 e novembre 2012 sono state eseguite circa 80 campagne di monitoraggio. Durante i campionamenti del 2010 l’Arpab ha rilevato in 2 piezometri il superamento della CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione) per il ferro ed ha attivato le procedure previste dalla legge.”Quali sono le procedure, tra quelle previste per legge, attuate dall’Arpab? Ciò significa che il pozzo di reiniezione, classificato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico come pozzo esplorativo, perde liquidi inquinanti da quanti anni? Questo paragrafo è ancor più allarmante alla luce delle acque raccolte in contrada La Rossa, a Mo0ntemurro, e potrebbe essere l’ennesimo indizio di fenomeni d’inquinamento sotterraneo di lungo corso a noi ignoti. Il principale dato, espresso per fortuna con maggior dettaglio, che si ricava dalla relazione è quello relativo alle falde acquifere della zona industriale di Viggiano. Infatti dal piezometro denominato PZ1, situato sotto il perimetro del Centro Oli Val d’Agri (C.O.V.A.), si registrano dati molto preoccupanti relativamente al secondo semestre del 2011: il ferro, nelle falde sottostanti il C.O.V.A., nel luglio 2011 supera la soglia di legge (200 μg/l ) ed arriva a 211 μg/l per raggiungere i 2998 μg/l ad agosto (15 volte il limite di legge). A settembre segna 2374, ad ottobre 427, a novembre 257 e nel dicembre 2011 registra 2146 μg/l . Dati da contaminazione, che accompagnano i valori del manganese che sempre dal piezometro PZ1 registrano soglie di inquinamento di molto superiore al già altissimo valore del ferro, infatti il manganese nel semestre in esame oscilla tra un minimo di 299 μg/l del mese di novembre 2011 ( il valore limite è 50 μg/l) ai 1240 di agosto, ossia 24 volte la soglia di legge. A giugno tocca ai solfati superare la soglia di legge (250 μg/l) raggiungendo i 266 μg/l. A luglio 2011 tocca al toluene sforare il limiti di legge e si attesta a 17 μg/l a fronte dei tollerati 15 μg/l. Lo stesso accade per il benzene che nel medesimo mese tocca i 2,5 μg/l a fronte di 1 μg/l ammesso per legge. Le quattro sostanze in eccesso, sopra citate, in elevate quantità possono provocare un’ampia gamma di patologie, dai tumori ai fenomeni mutageni più svariati con il benzene fino al Parkinson con il manganese.
Sforamenti pericolosi. Preoccupanti altresì le precisazioni poste in calce alle tabelle sulle falde acquifere valligiane: “ Il parametro Idrocarburi Totali non è stato determinato a causa del danneggiamento dell’aliquota destinata all’analisi della frazione estraibile”; oppure “gli IPA non sono stati determinati a causa del danneggiamento dell’aliquota destinata all’analisi di tali parametri”. Quindi il panorama sui contaminanti è da considerarsi anche parziale perché diversi campioni sono andati ufficialmente persi. Inoltre solo per il 2012 vengono citati alcuni sforamenti relativi al limite di emissioni sonore, che è stato sforato nei giorni 28.9.2012 e 16.10.2012 per la stazione P2 ubicata presso Casetta Padula, nel Comune di Viggiano, Potenza, ove si è registrato il superamento del limite del rumore, che la normativa di settore pone a 70 dB per le aree industriali. Il 28.9.2012 la centralina P2 ha registrato un superamento del limite per 30 minuti, dalle ore 13:10 alle ore 13:40, con livello equivalente (A) max pari a circa 80 dB.
Quali le soluzioni? Preoccupante è l’estrema sinteticità con cui viene liquidata la concessione Tempa Rossa, Gorgoglione, perché nella relazione viene ad essere contenuta in 10 righi senza la citazione di alcun dato-analisi. La relazione si conclude in maniera morbida, quasi ignorando i dati gravi in essa racchiusa, evita in fase conclusiva la discussione su ogni eventuale impatto ambientale causato dai fenomeni d’inquinamento riportati nella relazione medesima. Ogni sforamento, a quanto scritto, è stato”comunicato agli enti competenti”. Questa relazione è stata pubblicata sul sito Arpab all’incirca sei mesi fa, a due anni dal reperimento dei dati. L’Arpab a quali autorità ha comunicato questi dati? Quali le modalità ed i tempi? Quali provvedimenti sono stati presi sui siti inquinati/contaminati sino ad oggi? Il superamento della CSC presso il pozzo Costa Molina a che punto è oggi? Superata la CSC, anche per un solo contaminante, il sito è da definirsi potenzialmente contaminato e dopo ulteriori indagini si dovrebbe per obbligo di legge, arrivare ad una definizione chiara: contaminato o non contaminato. Le autorità competenti hanno appurato in questi 3 anni qual è la sorgente contaminante? Come mai le analisi della professoressa Albina Colella hanno individuato altissimi valori di alluminio e le analisi Arpab no? I dati comunicati da Arpab meritano immediato ed esteso approfondimento, perché evidenziano chiari e costanti fenomeni inquinanti, tali da dover appurare eventuali piani di caratterizzazione almeno per i punti interessati da inquinamento di falda, per delinearne le eventuali vie di migrazione e l’eventuale rischio sanitario annesso. Il Centro Oli Val d’Agri ed il pozzo di reiniezione Costa Molina 2 potrebbero già da oggi essere, per la normativa ambientale italiana ed europea, oggetto di caratterizzazione, bonifica oltre che di pesantissime sanzioni.
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