Terra di coincidenze la Basilicata. Dopo le proteste per l’ospedale da campo a Policoro, guarda caso, per la prima volta, arrivano 15 positivi in un giorno tutti in una RSA di San Giorgio Lucano! Dopo questo record statistico nella regione dei tamponi lenti e preziosi, Bardi dice di voler avocare a sè la scelta dei siti dell’ospedale da campo. Intanto tanti lucani, non i politici, mostrano di avere la stessa stoffa della rispettiva classe dirigente, infatti lucani e politici si offendono a vicenda, in modi diversi, con indifferenza o esplicitamente sui social ma alla fine sono identici…perchè?

Formulano pareri senza ragionamenti vasti ed approfonditi, partono con certezze non esistono domande o dubbi in emergenza, c’è solo la militarizzazione della politica infatti i presidenti di regione come i sindaci, come Conte, ormai decidono senza rapportarsi più ai parlamenti o ai consigli locali, figuriamoci ai cittadini.

Ma c’è di più nel lucano medio: l’accattonaggio. La fame di avere sotto casa tutto e di chiamarla pure solidarietà! Infatti dopo che il lucano medio ha assistito o contribuito alla distruzione della sanità locale cosa fa mentre pronuncia le parole “solidarietà od ospitalità” sui social? Vuole per sè un ospedale che in realtà rappresenta la mela del peccato…perchè dov’è il peccato?

Innanzitutto occorre essere davvero egoisti ed avidi nonchè disumani nel non indirizzare il finto regalo del Qatar a quelle nazioni ove la gente muore per strada, vedasi Ecuador o Iran oppure in quei paesi dove si muore in silenzio senza bollettini pomeridiani; poi il silenzio di tomba sull’origine del regalo che in realtà sa di investimento sul consenso locale, sembra un omaggio del Qatar Investiment Authority (leggete le partecipazioni) più che solidarietà disinteressata infatti lo stesso Qatar ha investito e vuole investire in Italia mica in Ecuador dove bruciano i cadaveri per strada…bravi lucani continuate a svendervi per niente, a non porre alcuna questione morale, accettate regali dagli sconosciuti piuttosto che guardare a chi sta davvero peggio. E poi il Qatar, fondato su petrolio, gas e finanza, ove sui social non si può criticare la famiglia reale che accentra in sè tutti i poteri…davvero siamo ridotti a ringraziare loro? Secoli passati a diventare patria dell’arte, del diritto, delle democrazia e rincorriamo col cappello in mano beduini scissionisti diventati dittatori, corruttori, riciclatori ed oppressori? 

Intanto la Regione Basilicata che screening ha fatto sulle case di riposo regionali nell’ultimo mese? All’Itrec continuano i lavori in piena pandemia e Villa d’Agri si trova col COVA aperto e l’ospedale chiuso il quale anche se venisse aperto sarebbe comunque senza anestesisti. Forse il dono del Qatar è la metafora perfetta di una regione che non esiste più, diventata col tempo essa stessa una regione da campo, ove tutto è improvvisato e danneggiabile alla prima folata di vento, dove tutto è precario incluso lo stato di diritto. Colombo decenni fa inaugurava ospedali in cemento, con tanto di targa commemorativa, oggi Speranza e Leone girano la regione per capire dove piazzare tendopoli e prefabbricati intanto i lucani attaccano chi li vuole far ragionare. L’altro giorno riflettevo con due amici di Policoro: immaginate cosa avremmo potuto fare noi di Cova Contro se non avessimo avuto in Basilicata tutto questo fuoco fratricida o tutta questa indifferenza. La maggior parte dei lucani vogliono essere schiavi? Se sì allora spazio e tutela per le minoranze e la diversità di pensiero non potrà esserci come in ogni buona colonia che si rispetti. Nonostante le nostre ricchezze perchè dobbiamo essere colonia? Una comunità che accetta la militarizzazione di pensiero e politica si merita la democrazia o il Qatar? Intanto nessuno in Basilicata ha emesso ordinanze per imporre la copertura di naso e bocca all’aria aperta o nelle attività commerciali, i medici di famiglia non hanno ricevuto nè tamponi, nè DPI idonei e bastevoli, le forze dell’ordine senza tamponi e noi pensiamo all’ospedale da campo dei novelli colonizzatori che investono lì dove lo stato arretra.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.