Interessante e folkloristico il ritratto dell’area della Trisaia che emerge consultando il geoportale regionale RSDI. La Trisaia, relativamente al perimetro Itrec/ENEA/CNEN tra il 1988 ed il 2005 viene nascosta nel 2000, incollando in sovrapposizione terreni agricoli inesistenti, con tanto di filari, idem nel 1994 ove seminativi coprono il sito ITREC, nel 1988 invece una bella spennellata di bianco e si copre tutto il perimetro dell’attuale ENEA. Stessa pennellata nel 1988 per l’area industriale di Pisticci, mentre nel 1994 parte la moda del “copia ed incolla” e spariscono industrie e pista Mattei e sorgono terreni agricoli; sorpresa nel 2000 invece: tutta l’area Anic diventa un bosco.

Ad oggi i cittadini hanno ancora un difficilissimo accesso non tanto alle ortofoto, ormai gratuite, ma alle immagini LIDAR, SAR, multispettrali o di altra natura, che ci permetterebbero di studiare subsidenza, variazioni termiche del suolo etc, insomma la tecnologia avanza ma non il diritto alla conoscenza: basti pensare alla rete di satelliti in orbita pagati con fondi pubblici ma le cui immagini sono accessibili solo previo lauto pagamento, interpretazione dati esclusa. Le immagini satellitari invece di accesso gratuito hanno una definizione limitata e comunque necessitano di un esperto interprete.

L’accesso alle informazioni ambientali rimane ancora limitato e limitante, la Convenzione di Aarhus resta solo su carta.

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.