Il Comune di San Mauro Forte ha avuto le analisi di Arpab da Cova Contro, incredibile ma vero. Le analisi svolte tra il 2016 ed il 2017 erano state inizialmente negate a tutti per attività giudiziaria in corso, poi nel 2019 a noi vengono inviate ma al Comune no. Fatto sta che anche queste analisi sono illegibili: non conformi ad alcuno standard nè di qualità nè di buon senso, due tabelle prive di firme, timbri, metodiche e pareri. Neanche a dirlo sul sito Arpab non compare alcuna info su questa storia.

Tradotte cosa dicono? Anche queste analisi sarebbero illeggibili ed irricevibili se non tradotte e quindi il manganese venne ritrovato tra il 2016 ed il 2017 da Arpab a 423 mcg/l (Arpab usa la solita unità di misura maggiorata che diminuisce il numero – la soglia per le acque di falda è a 50 mcg), il boro a 325, il ferro 1247, alluminio a 604 (valori questi degni di uno scarico altro che qualità delle acque superficiali). Valori preoccupanti per un corso d’acqua, che imponevano da anni un serio monitoraggio ad oggi mai fatto. Inutile dire che Arpab non solo sbaglia nelle analisi, sotto allegate, i limiti di legge (citano il dlgs152/2006 quando in realtà dovevano adottare il dm 260/2010) , ma non cerca decine di altri composti. Tutto sommato diverse anomalie rilevate nelle nostra analisi sono sovrapponibili a quelle Arpab.

Manca quindi una spiegazione ufficiale all’origine del fenomeno, l’origine di tutti questi metalli con questi tenori, e soprattutto manca un giudizio di qualità ecologico delle acque/habitat, la classificazione dello stato dell’ecosistema – IBE, con una conta delle specie vegetali ed animali presenti o estinte, o aliene, valutazioni che Arpab in Basilicata pare ometta dal 2006. Ma al neodirettore politico, l’Avv. Tisci, scriveremo anche questo.

Arpab continua ad essere la grande assente nel panorama ambientale lucano, refrattaria ad ogni forma di collaborazione coi cittadini: pur essendo in emergenza e sottorganico rifiuta il nostro aiuto come quello di altre associazioni. Per non parlare dei sindaci locali, completamente indifferenti alla vicenda, infatti il tavolo sul Cavone, convocato un paio di volte, non solo non ha raggiunto obiettivi concreti ma ha estromesso i denuncianti. Ignoto il lavoro della Procura di Matera, indagini che ci sono state ma in merito alle quali non siamo stati informati, presumibilmente neanche dell’ eventuale archiviazione relativa alle denunce del 2016/17.