Dopo l’ennesima prova di mancanza di trasparenza e condivisione ad opera della Regione Basilicata che continua a nascondere lo studio sulle diossine rinvenute nel latte materno tra Melfi e Lavello ( dato ancora non chiarito neanche la provenienza geografica esatta dei campioni ), ove i microinquinanti persistenti sarebbero stati ritrovati “oltre la soglia di tranquillità ma lontano da quella di allarme” secondo la Regione più “tuttoappostista” d’Italia, che invece di valutare un piano di prevenzione ambientale ammette tranquillamente che il latte alla diossina sia tutto sommato somministrabile senza particolari timori, abbiamo deciso di estendere le nostre controanalisi all’area Sider – Bucaletto a Potenza.

Abbiamo già trovato volontarie, quindi mancano solo i fondi: i costi sono di circa 700 euro a campione (iva esclusa) e vorremmo aiutare queste mamme nel finanziare le analisi. Come al solito tutte le donazioni e gli esiti successivi ai risultati di laboratori saranno sempre condivisi pubblicamente, tutelando il diritto all’informazione ed al contempo la privacy delle volontarie e dei donatori. Più fondi raccoglieremo più inquinanti potremo ricercare su più mamme. Sarebbe utile un’analisi anche dei principali alimenti grassi consumati dalle madri ( per confutare la bufala dell’Ass. Pietrantuono che su Lavello ha individuato il pesce come potenziale vettore contaminante, senza studiare ed analizzare la qualità e la quantità del presunto pescato consumato, ignorando per giunta che la stessa Arpab ha rilevato nelle uova di Melfi valori importanti di diossine, quest’ultimo alimento sicuramente più confacente alla dieta locale ) ma tale approfondimento sarà utile e fattibile in un secondo momento. Ad oggi possiamo già documentare che diossine afferenti ad attività industriali sono già state riscontrate negli ultimi anni dalla procura di Potenza, nonchè da Arpab-Arpac e dalle nostre analisi di due anni fa, in uova e latte caprino prodotti a Bucaletto, quindi un contesto storico di riferimenti e dati è già disponibile. Le diossine hanno “una firma”, già quelle rinvenute in questi anni erano afferenti solo a processi industriali caratterizzati da combustioni di cattiva qualità, ciclo produttivo che nella zona è afferibile ad una sola tipologia di industria esistente. Difendiamo la maternità, difendiamo la salute pubblica dei lucani di oggi e di domani.