Siamo entrati in possesso di un documento redatto dal geometra Nicola Mastromarino (operatore balneare) per conto del comitato costa che immagino sia l’organo di rappresentanza che racchiude gran parte degli operatori turistici di Metaponto. Il pdf è allegato in calce all’articolo. Il logo di Pitagora usato in apertura stona un pò con la parzialità racchiusa nelle pagine:

  • tra le cause dell’arretramento costiero viene citata addirittura la subsidenza naturale o indotta, fenomeno complesso del quale non troviamo traccia in letteratura su Metaponto (semmai la vera subsidenza studiata dal Politecnico di Torino la troviamo nel bosco tra Ferrandina e Salandra dovuta alle attività minerarie, riportata da Andrea Spartaco nel 2017 ed ignorata dalla bibliografia di questo documento-ndr) bizzarra questa ipotesi, peccato invece tra le cause non leggere subito e chiaramente la parola “porto”;
  • lodevole lo sforzo di raccolta dati, però nonostante si parli di interrimento degli invasi non ho mai letto di proteste degli operatori turistici locali volte a pretendere azioni contro il porto degli Argonauti men che meno il dragaggio degli invasi lucani, men che meno interrogarsi sulla qualità dei sedimenti asportati dalla draga degli Argonauti oppure pretendere monitoraggi certi sulla qualità chimica delle acque che arrivano sulla costa dopo aver attraversato aree industriali e contaminate, mai sentiti lamentarsi neanche del problema della qualità delle acque che dalle bonifiche sfociano in mare senza depurazione;
  • gli operatori ignorano perfino il mancato funzionamento dei depuratori comunali eppure la qualità delle acque che sfociano sulla costa dovrebbe stargli a cuore ed invece neanche un accenno in 57 pagine di “studio”;
  • mai un solo cenno a ciò che in Val Basento di petrolifero viene scaricato nel Basento direzione Metaponto, Mastromarino sembra fossilizzarsi solo sulle volumetrie, sulla superficie di spiaggia mai sulla qualità chimica dei sedimenti che arrivano sulla stessa come se ignorasse i problemi già riscontrati alla foce da noi e da Arpab (quando trovammo radioattività anomala e contaminazione da mercurio su Metaponto/sinistra foce Basento, gli operatori turistici ci attaccarono e non ebbero neanche il coraggio di organizzare un pubblico confronto-ndr);
  • dei porti si inizia a parlare solo a “studio” inoltrato a pag.19/57 ovviamente non si fa mica cenno al lavoro del comitato SOS costa jonica, alle loro denunce sull’arretramento e la cementificazione portuale vecchie di decenni ed ignorate del tutto nelle slides…sembra che gli operatori turistici definiti “ombrellai” da alcuni, giochino a fare gli strateghi diffidando di chi è più libero di loro nel denunciare. Mostromarino passa in rassegna alcuni interventi di difesa costiera, come il BMS, senza riportare il costo dello stesso o i limiti/varianti progettuali occorse nel frattempo. A pag. 41/42 si accenna ad alcuni limiti delle barriere soffolte ma esplicitamente non viene detto che le barriere sono state realizzate male...male ma per colpa di chi? Anche questo viene omesso ma vengono illustrati i fallimenti dell’altro rimedio messo in campo, i pennelli ortogonali, che praticamente sono le “dighe” di massi che hanno terrazzato parte del litorale di Metaponto non creando alcun fattivo beneficio se non quello di sconvolgere la linea di costa anche in senso verticale;
  • nessun cenno, anche se nominalmente citato, allo strano cambio di posizione del consulente regionale, il Prof. Spilotro dell’Unibas, che col tempo ha smesso di incolpare i porti dopo aver inanellato diverse consulenze ben retribuite dalla Regione Basilicata.

Nelle slides non si parla mai di eccesso di cementificazione (fatto tra i più noti al mondo nell’interferenza della dinamica costiera) si parla di rinaturalizzazione ed altre belle parole che di fatto sono senza significati concreti anche perchè un colpevole non c’è mai in questo studio! Ma a pagina 56 arriva il colpo di scena: come dovremmo finanziare la difesa della costa? Ma ovvio con le royalties del petrolio, avvelenando l’entroterra e quei fiumi che poi sfoceranno sulla costa! Che geni questi operatori turistici, forse sono proprio loro i primi co-artefici della distruzione della costa: hanno abbandonato sempre chi denunciava i veri problemi legati al porto e sono sempre andati a piangere dai soliti politici ed in 57 pagine hanno perso anche l’occasione di fare un umile e doveroso mea culpa. Nessun comune del Metapontino ha una cementificazione del litorale immediatamente prossimo alla linea di costa come Metaponto (ad eccezione dei porti): Bernalda dovrebbe solo arretrare, decementificare il litorale con un intervento straordinario che non tenga conto solo dell’arretramento costiero ma anche dell’innalzamento dei mari come riportato dall’Enea, oppure tra qualche decennio il mare avanzerà verso le opere di urbanizzazione come ha già fatto a Terzo Madonna mangiandosi asfalto, fogne, parcheggi, cantine e pali della pubblica illuminazione: il lungomare di Metaponto non è una diga ed occorre capire che agli errori va posto rimedio radicale senza affidarsi al  solo tempo.

Altro mito mai sfatato dagli operatori locali è la bandiera blu. Più volte abbiamo dimostrato la non attendibilità delle bandiere, puro marketing modaiolo conferito senza criteri scientifici, partecipativi, trasparenti o verificabili ma di questa magagna pubblicitaria inizia ad accorgersi anche il consumatore sempre più indifferente a queste bandiere. Consultando i dati dell’APT emerge per la sola costa Jonica tralasciando Maratea:

  • siamo passati dai 20356 posti letto del 2016 ai 20259 del 2019;
  • una diminuzione del flusso di turisti attorno al – 1,40% tra il 2018 ed il 2019;
  • in particolar modo il calo riguarda gli stranieri e le presenze degli italiani conservano un certo trend non grazie alla bandiera blu ma per merito di chi ha comprato casa, la seconda, nel Metapontino? Oppure si aggiunge anche semplice “mordi e fuggi”?

Per non parlare di tutto il degrado segnalato in questi anni mezzo social all’ombra delle bandiere, sarà pure aumentata la differenziata ma la spazzatura abbonda su strade e spiagge, il decoro è inesistente ed il cemento avanza…e purtroppo la fondazione che regala le bandiere forse non vuole avere occhi.

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.