Oggi a Roma c’è un’importante manifestazione, che ci vede pienamente concordi come associazione Cova Contro. Nonostante gli allarmi dell’OMS sulle morti infantili, e non solo, causate dall’inquinamento, chissà per quale lobbistico motivo la sanità pubblica e la politica che ne gestisce l’autonomia, declinano in maniera pericolosamente parziale il concetto di prevenzione.
Il REACH entrerà in vigore a pieno regime quest’anno, la VIS non è ancora legge nazionale ( tranne casi strategici ), il PNI è ancora a maglie larghe, cosa vuol dire? Che, nell’ordine, la legislazione più avanzata del mondo in materia di controlli preventivi sulla tossicità degli elementi messi in commercio entra in vigore a terza rivoluzione industriale conclusa, la valutazione degli impatti sanitari causati dai siti industriali non è ancora attuata sul 99% degli impianti, il piano nazionale integrato che vigila sulla salubrità dei nostri alimenti controllo una minima parte degli alimenti in commercio ed una minima parte delle sostanze rintracciabili. Perchè non partire da questi tre assi piuttosto che incentrare tutte le forze, non solo mediatiche, solo su un singolo filone di prevenzione?
E cosa dovrebbero immaginare invece i militari, recentemente riconosciuti come vittime ufficiali dell’uranio impoverito e della mancata prevenzione? Avvelenati dall’omertà di Stato che oggi chiede invece per i loro figli un trattamento sanitario obbligatorio? Chi usa la Costituzione a proprio uso e consumo, dimenticandola per la ragion di stato o per la carriera di qualcuno ed invece la invoca per imporre una prevenzione in un mare di omissioni?