Basilicata far west, ma ancora per quanto? A maggio durante una ricognizione su Pisticci ci imbattiamo nei lavori in corso alla ECOBAS, colpiti dal colore dei terreni e dalla presenza apparente di rifiuti negli scavi, in merito il nostro video sotto:
abbiamo chiesto informazioni sulla tipologia e finalità dei lavori alla Ecobas ma essa, attraverso Nicola Iula, ci ha risposto minacciandoci con infondate e temerarie azioni legali, mentre sul sito regionale non abbiamo trovato riposte certe, quelle più aggiornate sono relative all’ampliamento volumetrico della discarica ed alla modifica non sostanziale dell’AIA. Tutto questo nel silenzio totale della giunta 5 Stelle, muta su Tecnoparco, come su Ecobas, nessun incontro o confronto pubblico per spiegare i fatti ed i monitoraggi, inclusi quelli non fatti. Ovviamente anche per Arpab vale la regola del silenzio, mai ricevuto risposta nè sulla origine della contaminazione delle falde vicino la Ecobas, nè sulla proposta di monitoraggio radiometrico visti i rifiuti che in passato la Ecobas avrebbe preso dalla Cemerad di Statte, specializzata in stoccaggio irregolare di rifiuti radioattivi come appurato da diversi organi. Stupenda la cornice geologica nella quale sorge la discarica, e proprio sulle geologia Cova Contro conserva un timore: il rischio frana/smottamento di due versanti del corpo discarica, prospicienti una forra profonda in alcuni punti anche oltre 8 metri. Perchè Arpab e Regione, nonostante le infrazioni europee in ambito rifiuti e discariche, non hanno mai investito per capire cosa c’è nelle discariche lucane? Come puoi gestirle nel post-vita al meglio ed in sicurezza se non sai cosa c’è dentro esattamente? Anzi con tutte le testimonianze su traffici e smaltimenti illeciti, inclusi quelli radioattivi, forse un serio lavoro di carotaggio delle stesse andava intrapreso. Sotto la gentile risposta della Ecobas.

una foto d’epoca della vecchia vasca Ecobas