
Il consolidato copione recitato dalle Autorità e dato in pasto alla popolazione, ahimè, rimane sempre lo stesso: sversamento, intervento immediato delle autorità, nessun danno per la popolazione e per l’ambiente pronta bonifica dell’area interessata. Qualche giorno fa, dalle pagine di SiracusaNews.it, abbiamo potuto leggere dell’ennesimo “micro”, ma accidentale, disastro ambientale: Siracusa, sversamento di gasolio al Pontile Isab – terminale raffineria, nella Baia di Santa Panagia.
Cronaca della successione degli eventi. “Nella tarda mattinata di venerdì 20 agosto scorso, alla piattaforma 5 del Pontile Isab della Baia di Santa Panagia, durante le operazioni di carico di prodotto idrocarburico dalla piattaforma alla motocisterna Magnifica di bandiera italiana, si è verificato uno sversamento accidentale in mare di circa 80 litri di gasolio. Immediatamente le operazioni di carico sono state attivate le procedure di salvaguardia dell’habitat marino in ossequio alle procedure previste dal Piano Operativo di Pronto Intervento Locale per fronteggiare gli inquinamenti marini da idrocarburi e altre sostanze nocive della Capitaneria di Porto di Siracusa. Il gasolio si è riversato in un area di 4000 metri quadri ed è stato contenuto dalle panne galleggianti di contenimento già posizionate preventivamente per trattenere il prodotto inquinante; come previsto dal vigente Regolamento di Sicurezza per le operazioni di carico, scarico, trasbordo, sosta e lavori a bordo delle navi adibite al trasporto alla rinfusa di merci pericolose allo stato liquido e/o gassoso, nonché per le operazioni di ormeggio, disormeggio, ancoraggio ed accesso delle navi nel Complesso portuale di Siracusa – Baia di Santa Panagia. Il comando della Capitaneria di Porto ha provveduto a diffidare ai sensi degli articoli 11 e 12 della legge 979/82 il comandante della MC Magnifica e il responsabile del Pontile Isab, affinché provvedano ad adottare ogni misura atta a eliminare gli effetti dannosi già prodotti o potenziali e a prevenire il pericolo di ulteriore inquinamento e conseguente danno per l’ambiente marino e costiero, mentre la società concessionaria del servizio antinquinamento del complesso Portuale di Siracusa provvedeva a rafforzare la barriera protettiva con il posizionamento di un ulteriore barriera composta da 1200 metri di panne galleggianti oleo assorbenti e 100 fogli oleo assorbenti atti ad assorbire e a eliminare gli effetti dannosi dell’idrocarburo in mare. Al fine di scongiurare l’eventuale presenza di gasolio nel tratto antistante la zona dell’incidente sono stati effettuati pattugliamenti sia a mare sia a terra da parte delle unità navali e pattuglie automontate della Capitaneria di Porto di Siracusa che non hanno ravvisato tracce visibili di gasolio né in mare né lungo il tratto costiero della baia di Santa Panagia. Contestualmente, il personale di bordo della motonave Magnifica ha ripulito la coperta e drenato i residui di gasolio caduti a bordo. Alle 19:30 di ieri, 20 agosto, sono state ultimate le operazioni di bonifica dello specchio acqueo interessato dall’inquinamento. Dell’evento straordinario è stata informata la competente Procura della Repubblica di Siracusa e sono in corso verifiche di polizia giudiziaria per accertare le cause ed eventuali profili di responsabilità e la redazione dei rituali atti e provvedimenti”.
Una domanda salta immediatamente all’occhio dei più attenti lettori: dispersi 80 litri di gasolio in 4.000 metri quadrati. Ma quanti sono 4.000 metri quadrati? La risposta la potete vedere nell’immagine che segue.

Sembra uno scherzo ma vi garantisco che la notizia è stata riportata anche da altri quotidiani online.
I nostri cittadini sentinella, come illustrato nei nostri precedenti articoli, attraverso il report giornaliero del NOSE, hanno percepito qualcosa? Il giorno 21 cm, ci sono state 3 segnalazioni a Siracusa. Ma i nostri Enti di Stato e di Ricerca in cosa saranno mai impegnati questa volta? Nella campagna di divulgazione del Progetto “Indicit”: la tartaruga marina come indicatore della plastica presente nel Mediterraneo – Il mare che non ti aspetti – Che succede laggiù?” così recita il sito web dell’Ispra. Mentre anche Ispra si perde nel finto ambientalismo radical-chic, invece che usare i moderni mezzi per rilevare e sanzionare subito i colpevoli dei grandi impatti ambientali, a Roma hanno trovato il tempo per pubblicare le nuove Linee Guida per il monitoraggio degli effetti dello scarico in mare delle acque di produzione derivanti dall’estrazione di idrocarburi, ove mai viene citata la citizen science, mai coinvolti i cittadini nei monitoraggi, mai un cenno ad investimenti nelle tecnologie spaziali ed aeree per documentare colpevoli, modalità e sanzioni.
Anche se un’altra domanda nasce dal profondo del nostro cuore: ma quale ente di Stato e di ricerca è deputato a fare questo monitoraggio? La risposta ad oggi non risulta molto evidente, anche se gli Enti che si propongono come tali, sono almeno tre. Comunque, noi di Cova Contro ci attiviamo attraverso la modalità ormai conosciute di acquisizione ed elaborazione dei prodotti dal Progetto Copernicus – Sentinel-1 e Sentinel-2, un lavoro che le autorità si rifiutano di fare nonostante sia tutto ampiamente accessibile.
L’immagine che segue, restituisce la situazione nell’area del Pontile Isab della Baia di Santa Panagia alle ore 16:56:26_UTC (18:56:26 ora locale) del giorno 20 agosto 2021, ossia, circa 30 minuti prima del termine delle operazioni di bonifica dello specchio acqueo interessato dall’inquinamento, stando a quanto descritto nell’articolo.

Ma andiamo per ordine ed iniziamo a verificare nell’immagine del 20 agosto, attraverso la lettura del Profile Plot di alcune sezioni, cosa potenzialmente rappresentano quelle aree marcatamente più scure.

In base alla personale esperienza quarantennale, acquisita nel settore della Geospatial Intelligence nelle Forze Armate, posso affermare che, con un’ alta probabilità il materiale superficiale presente negli specchi d’acqua del Pontile Isab della Baia di Santa Panagia, nel giorno e nell’orario indicato dall’ESA, è una sostanza oleosa riconducibile a gasolio. Quale sia la più probabile estensione dello sversamento è comprensibile dalla comparazione delle immagini che seguono.

Conclusioni
Le conclusioni ovviamente ricalcano quelle dei precedenti articoli su Augusta. Quanto dovremmo attendere per vedere che qualcuno venga punito e che qualche ente pubblico inizi a monitorare le malefatte o gli incidenti causati dai soliti noti sempre nelle stesse aree? In fase pandemica tutti parliamo di salute pubblica eppure nel campo dei reati ambientali la prevenzione sembra non esistere visto che lo Stato con un minimo sforzo potrebbe usare le migliori tecnologie per monitoraggi in tempo reale, individuando subito i colpevoli, eppure questo ragionamento nel PNRR non rientra. Questo articolo lo dedichiamo come Cova Contro al Ministro Cingolani che da vate della tecnologia ignora quello che la stessa potrebbe fare per punire i maggiori inquinatori, per lui gli ambientalisti sono un problema peggiore della crisi climatica, per noi sono i ministri nominati ed improvvisati come lui il vero problema per la democrazia. Auspichiamo che prima o poi la locale procura ci contatti.