Le analisi delle acque prelevate allo scarico di Tecnoparco il 6 gennaio 2022 ci dicono che:
- tutti i parametri sono sotto soglia ma in alcuni casi fermi a ridosso della stessa come il BOD5, il boro, elevata conducibilità sono tutti sotto soglia per gli scarichi, si presuppone per depurazione secondo il legislatore invece per Tecnoparco precedenti consulenze parlano di diluizione quindi abbattimento dei tenori di inquinanti solo previa miscelazione con acqua dolce;
- compaiono nel campione tracce di esaclorobutadiene e triclorobenzene, rispettivamente a 4,7 ed 8,4 mcg/l, un valore bassissimo per la vecchia e superata normativa italiana sugli scarichi, ma che da un punto di vista ecologico dovrebbe allertare, perchè?

L’esaclorobutadiene ha capacità così mutagene verso il DNA da essere definito teratogeno (genera mostri), ha grandi capacità di alterazione fetale e cellulare e si accumula nel tempo nelle matrici ambientali. La sostanza poi è già censita tra i contaminanti di falda del SIN Val Basento, quindi ennesima anomalia: si sta permettendo di immettere lo stesso contaminante in un’area che aspetta ancora la bonifica perchè già contaminata anche da questa sostanza? I due solventi non vengono ricercati da Arpab in alcun controllo pubblico sul Basento e non esistono analisi pubbliche sullo scarico di Tecnoparco che documentino il contrario. Chieste all’azienda ed al Consorzio Industriale delucidazioni, non abbiamo mai negli anni ricevuto risposta.

Le anomalie della norma sugli scarichi. Curioso che l’esaclorobutadiene abbia per le falde un limite di 0,15 mcg/L ed invece nel fiume si possa scaricare a 4,7, una differenza numerica enorme che pretende chiarezza: dove si sta accumulando e dove finisce, e perchè nessuno lo ha debitamente mappato? Idem per il triclorobenzene che ha tenori quasi doppi. Dobbiamo in una ipotetica analisi del rischio valutare anche il volume dello scarico; immaginiamo che questi solventi siano presenti anche per un solo mese in ogni litro d’acqua scaricato con i tenori da noi rilevati: in 30 giorni a fronte dell’enorme quantità d’acqua scaricata dall’azienda ci troveremmo dinanzi a quantità rilevanti scaricate nel fiume prima e sulla costa poi. Non esistono analisi pubbliche di Arpab che ricerchino in chiaro questi due solventi allo scarico e mai sembrano essere stati effettuati veri controlli a sorpresa.
Scriveremo alle autorità competenti la nostra preoccupazione per l’inquinamento autorizzato per legge e sotto soglia i cui impatti ecologici e sanitari potrebbero essere rilevanti, impatti che Arpab ad oggi non ha valutato in dettaglio, evitando per esempio la tipizzazione di tutti i tipi di solventi scaricati. Nessuno sta facendo indagini sul bioaccumulo nella locale catena alimentare, promesse nel 2013 e mai realizzate. Il Basento non può soprattutto nei mesi di magra prendere uno scarico chimico di siffatta portata e caratteristiche, non può essere una fogna chimica permanente un fiume che attraversa terreni coltivati, allevamenti e sfocia su spiagge turistiche o aree SIC-ZPS, men che meno la diluizione può essere ammessa e tollerata, come per giunta già confermato da periti di parte.
La ridicola ordinanza del Sindaco Albano. La recente ordinanza del Sindaco Albano che vieta l’abbeveraggio del bestiame allo scarico di Tecnoparco pone pesanti perplessità. Innazitutto il Sindaco Albano che sempre ha taciuto, avallando, ogni nefandezza ambientale allo Scalo evitando di fare anche vera opposizione, dovrebbe pretendere e garantire la pubblicazione delle analisi di Arpab come di Tecnoparco svolte sia allo scarico che al fiume, e pretendere il rispetto delle promesse fatte nel 2014, tutte disattese. Fare gli studi ecologici mancanti, chiedere al MITE il parere sulle attività di Tecnoparco in area SIN, chiedere alla Regione il parere sulla idoneità ambientale del Basento allo scarico, insomma già fare sua la perizia del Prof. Fracassi sarebbe tanto invece il suo cruccio qual è? Bloccare le mucche al canale, e forse anche i prelievi dei cittadini, ma non si pone il problema dell’accessibilità del fiume… del resto contento lui e la sua giunta allora tutto ok, su Pisticci tutto sommato questo fervore antinquinamento non c’è per cui luce verde allo scempio. L’ordinanza di Albano non tiene conto anche della fauna selvatica, evidenti erano i passaggi dei cinghiali durante le nostre ricognizioni, e quindi ai cacciatori chi assicura che la carne di cinghiale è idonea al consumo?
Non possiamo pubblicare neanche in abstract le analisi da noi svolte per evitare nuove pressioni sul laboratorio di analisi privato, pressioni verificatesi più volte nell’arco degli ultimi 24 mesi. Parenti di monnezzari, operai dell’indotto che si recavano presso il nostro laboratorio di turno con la solita domanda:”…perchè prendi i campioni di Cova Contro?” Purtroppo il font del certificato è riconoscibile anche in foto visto che ogni laboratorio ne usa uno diverso quindi su questo dobbiamo autocensurarci. Accredia intanto interessata sul fenomeno delle pressioni indebite esercitate sui nostri laboratori di fiducia ha fatto scaricabarile asserendo che non è un problema loro.
In Francia abbiamo inviato i sedimenti prelevati al canale di Tecnoparco, per un’analisi della radioattività, esiti pronti tra un mese circa.