Pubblichiamo la seconda parte degli esiti sui prelievi svolti ad agosto c.a.. I campioni rimanenti sono due: acqua potabile di rete prelevata a Ferrandina dallo schema Agri – Frida (FRI) ed il secondo (PAN) proveniente da un pozzo artesiano di contrada Pantano, nei pressi della Basentana sempre a Ferrandina. Sotto le analisi scaricabili in originale.

serbatoio AQL di Collina Gesù Cristo a Ferrandina – 2018. Schema idrico Agri – Frida

Il campione di acqua del Frida prelevato da un rubinetto di Ferrandina ad agosto c.a. riporta valori per alcuni versi migliori anche delle ultime acque minerali analizzate:

  • arsenico a 0,5 mcg/l (soglia di legge 10), meno della metà dei tenori ritrovati in Lilia e Sveva;
  • bario 60 mcg, non normato, leggermente maggiore rispetto ai tenori delle acque minerali lucane;
  • bromo 17 mcg (sulla cui tossicità il legislatore italiano non si pronuncia);
  • sodio 2,63 mg/l (quasi 1/30 della Lilia ed 1/100 della Sveva) quindi l’acqua del Frida ha moltissimo sodio in meno rispetto alle minerali del Vulture esaminate;
  • tracce di cromo, rame, litio, molibdeno, nichel, piombo. Per quest’ultimo sarebbe opportuno stabilire se le tracce (0,2 mcg/l a fronte di un limite di 10) siano causate da problemi di cessione del metallo da parte delle tubazioni della rete pubblica o privata qualora non fosse di origine ambientale. Ovviamente sui siti istituzionali non compaiono certificati di analisi originali sul Frida da confrontare. In aggiunta registrate anche tracce di: renio, rubidio, antimonio, uranio, vanadio e zinco con valori prossimi alla soglia di misurazione minima. Ovviamente gli enti sanitari non formulano alcun parere su un rischio cumulativo o cronico. Vorremmo ricercare anche l’amianto nell’acqua del Frida, futuro obiettivo della nostra raccolta fondi.

Acqua di contrada Pantano: dal campione PAN il bromo è a 942 mcg/l, il cloro a 242, il litio a 64, il sodio a 365, con tracce di molibdeno, renio, rubidio, antimonio,uranio, zinco, zirconio e vanadio. Un’acqua potenzialmente pericolosa per la salute umana, soprattutto per i tenori di bromo e sodio. Premesso che non si tratta di acqua potabile tuttavia tale falda è usata da alcuni agricoltori della zona per scopi irrigui, zootecnici e qualche volta anche per il consumo umano diretto nonostante vi sarebbe anche la presenza di selenio a 26,5 mcg (limite di legge 10 mcg/l). Al di là della pericolosità ignota dei suddetti composti, non normati in Italia, il selenio ha una soglia di legge, quindi le istituzioni preposte dovrebbero attivarsi per verificare i nostri dati, ripeterli e a fronte di eventuali conferme avviare un’indagine di caratterizzazione anche perché le autorità lucane il selenio neanche lo ricercano nonostante la legge lo richieda, ed è nel nostro territorio una presenza rara, infatti l’unico caso da noi censito risale al 2016 nei prelievi lungo un calanco stiglianese interessato da uno strano fenomeno ad oggi ancora privo di cause (sotto il video di Andrea Spartaco).