Dopo anni di pressing all’ospedale di Policoro sono spuntati i cartelli segnaletici di presenza del “Centro di Decontaminazione”. Era il maggio 2015 quando chiedemmo per iscritto alla direzione ASM di poter visionare il centro di decontaminazione nucleare che in caso di incidente all’Itrec, dovrebbe fornire le prime cure in caso di esposizione a sorgenti radioattive. Ma la parola nucleare o il relativo simbolo neanche compaiono ne’ sui cartelli ne’ all’ingresso del centro, quindi decontaminazione da cosa? Meglio non mettere in giro strane paure e tenere la gente all’oscuro. Il giorno del video sopra linkato è il 20 luglio, quindi la segnaletica è di installazione postuma.

Purtroppo la direzione sanitaria di Policoro e Matera, ad oggi si è rifiutata di rispondere per iscritto ad ogni nostra domanda, avanzata ovviamente per iscritto. La situazione ufficiosa in caso di incidente nucleare all’Itrec sarebbe: il centro non è ancora pienamente operativo ma negli anni passati i locali sarebbero stati usati addirittura dall’Avis e comunque non fruibili per l’attività di destinazione originaria; il personale medico non è addestrato e pare manchino anche alcune figure professionali; manca l’attrezzatura a partire dai rilevatori Geiger fino a maschere e tute ( quando due mesi fa ci hanno fatto entrare in visita e senza possibilità di fotografare, vi erano poche tute-calzari ed un paio di maschere a fronte di un’equipe che dovrebbe essere composta da almeno due medici oltre il personale infermieristico/tecnico ); mancano diversi farmaci, dei quali alcuni galenici, che dovrebbe fornire SOGIN ( il controllato della vicenda ) e che sono costosi e fatti ad hoc ( durante la nostra visita non ci è stato concesso il “privilegio” di leggere i farmaci da vicino forse perché alcuni scaduti ); non ci sono stati dati i progetti di isolamento degli scarichi idrici ma ci hanno assicurato che sono isolati; non abbiamo contezza di alcun verbale che dal punto di vista radioprotezionistico ufficializzi l’idoneità dei locali e dei flussi-filtraggio dell’aria; non abbiamo visto i contenitori per i rifiuti radioattivi; non sappiamo esattamente chi sia il responsabile della radioprotezione dei locali, ed ovviamente manca l’aggiornamento del training del personale medico-infermieristico. Ancora non chiara la catena di allarme ed attivazione del centro, chiaramente mai stato pronto per l’impiego operativo, infatti le chiavi pare siano in possesso di un’infermiera che quando non presente lascerebbe ipoteticamente all’impresa di pulizie l’onere dell’apertura dei locali, i quali hanno due ingressi ma pare solo uno idoneo alla decontaminazione perchè staccato dagli altri reparti. L’ingresso idoneo ha un sensore di movimento, ma fino a poche settimane fa comunque non attivo, come visionabile dal video. Secondo la direzione ospedaliera di Policoro è Sogin che deve fornire i farmaci specifici e l’addestramento al personale sanitario, quindi il controllato avrebbe il compito di addestrare i soccorritori. Secondo noi neanche la segnaletica attuale è a norma, ma tanto che differenza farebbe comunque il centro non è operativo. Il piano di emergenza esterno dell’Itrec quindi rimane solo sulla carta, anche lì in completo, e nella realtà mai collaudato a pieno regime.
Noi abbiamo presentato formale denuncia all’A.G. per quella che è l’ennesima vergogna regionale: mai avuto in questi anni un centro di decontaminazione nucleare definibile tale come imposto dal piano di emergenza esterno, zero trasparenza e soprattutto altissima omertà infatti la paura di lasciarci traccia scritta di queste mancanze era palese. Se ad oggi ci fosse bisogno realmente di quel centro, il servizio previsto per legge non sarebbe garantito. Ignota anche la data dell’ultima simulazione d’incidente ed il quantitativo complessivo di simulazioni svolte nell’ultimo decennio. Mentre i comuni locali scialacquano i fondi delle compensazioni ambientali per spese inutili od elettorali, le vere emergenze rimangono terra di nessuno e non meritano neanche la dignità di una segnaletica completa.