Seconda parte del nostro viaggio horror negli atti parlamentari: basterebbero questi resoconti per far saltare centinaia di teste ed invece no, è solo un piccolo pezzo di un mosaico molto più grande.
Arriva il turno di VITO DI TRANI, (ex oggi ma all’epoca – ndr)Sindaco di Pisticci: “È una storia che comincia anni fa, nel mese di agosto del 2012 ( veramente i problemi con Tecnoparco risalgono a quasi un decennio prima ma Di Trani è il centro dell’universo – ndr )…ultimamente ARPAB certifica che la sabbia di Metaponto, laddove c’è la foce del fiume Basento, ha radioattività più marcata di quella della Trisaia, dove c’è un cimitero di scorie nucleari…( Di Trani scopiazza il nostro lavoro senza citarci, ma cosa ridicola, nonostante tutto gli fosse noto lui non ha emesso nè ordinanze di chiusura, né ha ritirato la bandiera verde da Marina di Pisticci – ndr ); e poi parla della radioattività:”No, non sono stati messi, noi li abbiamo richiesti, i portali geiger, ci è stato detto che li avrebbero messi, ma non li hanno mai messi, avevamo raggiunto un accordo con la Regione Basilicata, in base al quale… “
PRESIDENTE Bratti:”questi erano accordi formali, scritti?”

DI TRANI: “Erano accordi scritti in regione l’anno scorso, comunque troverete un elenco dettagliato nei documenti che abbiamo portato, c’è la cronologia; Vi posso dire che l’altro giorno nel mio studio su dieci persone tre erano affette da cancro. Prima arrivavano oltre 100 camion al giorno, poi si è raggiunto un accordo intorno a 40 camion al giorno, adesso non so, perché non so chi possa controllare quanti camion al giorno arrivino a Tecnoparco, anche perché adesso stanno arrivando a Ferrandina, per cui i liquidi vengono immersi in una condotta a Ferrandina e vengono portati a Tecnoparco. C’è un’ordinanza ancora in vigore secondo cui le acque di falda e le acque del fiume Basento non possono essere utilizzate per irrigare o per abbeverare gli animali.”
STEFANO VIGNAROLI. “E questo avviene, lo controllate?”
DI TRANI: “Certo, ci sono i vigili che ogni tanto vanno a fare i controlli”. Perché Di Trani non ha chiuso Tecnoparco dinanzi alle inadempienze di azienda e regione? Perché questi accordi con la regione non sono pubblici? Perché tra video e foto pubbliche, Di Trani smentisce un segreto di pulcinella che tutti sanno, ossia che ogni giorno si possono vedere allevatori, o coltivatori, o pescatori frequentare e lavorare affianco al fiume o ai pozzi d’emungimento?

Tocca all’ex assessore all’ambiente della giunta DI Trani, dipendente ALSIA, il Prof. PASQUALE DOMENICO GRIECO che ammette come per ovviare ai miasmi di Pisticci si decise di dirottare il traffico di rifiuti verso Ferrandina, all’altra condotta di Tecnoparco, il TRAF:” È vero, Ferrandina, perché è una strategia che è stata condivisa nell’ambito di una riunione in Regione Basilicata, perché si riteneva che al momento dello scarico la quantità degli odori potesse…” Grieco prosegue:” Le riferisco infine, presidente, un lavoro fatto dal CNR e uscito in questi giorni, relativo al periodo 2010-2013 nella Val D’Agri, analizzando una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) che si basa sullo studio delle cartelle cliniche e il cui tema è la mortalità. Si registrano percentuali del 53 per cento per Viggiano per malattie a carico dall’apparato cardiocircolatorio, mentre per quanto riguarda la città di Grumento siamo intorno al 56 per cento. È ovvio che questo dato non dice che sia il ciclo del petrolio a determinarlo, però in maniera abbastanza elementare, se tolgo il petrolio da quella valle, non penso che il consumo dei salumi possa determinare questa patologia.

E dopo tocca al Sindaco di Viggiano, un vero e proprio “eroe” nella lotta all’inquinamento, almeno a parole, l’Avv. Amedeo Cicala che dice in audizione:” sarebbe opportuno che i dipendenti del COVA da 12 ore passassero a 8 ore ( di turno lavorativo – ndr). Hanno addebitato più di qualche incidente alle maestranze ma, se lavorano per 12 ore al giorno, in regime di Seveso ter, che significa che il nostro caro Centro Oli è un impianto a rischio rilevante di incidente, penso che a maggior ragione si dovrebbe lavorare un’ora in meno e non quattro ore in più, soprattutto senza nessun riposo: questo accade da vent’anni. La Val d’Agri è arrivata già al capolinea. Questo significa che non reggerà una sesta e una settima linea: non è possibile fare aumenti di produzione di petrolio in Val d’Agri perché andrebbero ad incidere in maniera negativa, inesorabile e senza ritorno sugli altri sistemi economici, che pure sono importanti. La zootecnia, ad esempio, fa milioni di euro di fatturato e vende latte di grande qualità alla Granarolo e alla Parmalat, quindi c’è un sistema economico altro in piedi, come c’è l’artigianato, come c’è ancora un po’di turismo che vorremmo rilanciare”. Bravo Cicala, accorato ed onesto, peccato che lui predichi trasparenza e legalità ma non la garantisca agli altri infatti i controlli sugli alimenti non si fanno, la gente continua a “vivere” affianco al COVA ed in caso di incidente non vi è un piano d’emergenza condiviso né attrezzato, ed il “gioco della Cicala” viene a galla nonostante la nostra associazione abbia inviato al Comune di Viggiano, dati e documenti che richiedevano una tempestiva risposta.
I sindaci dicono di non sapere quanti lavorano nel petrolio. “Sì, le cifre ballano molto. Ho sempre chiesto alla regione, che ha sempre dato piena disponibilità con dei tavoli di trasparenza dove ci siamo riuniti, ma purtroppo i dati forniti da ENI, che parlano di 3.500 unità, per me non sono assolutamente veritieri. Abbiamo cercato dei dati, abbiamo fatto tante riunioni per chiedere ditta per ditta quanti siano i dipendenti, ma questi dati non sono mai arrivati. Ciò vuol dire che c’è qualcosa che si vuole…tra diretti e indiretti, secondo me, non superiamo le 1.200 unità. Al tavolo della trasparenza, in regione Basilicata, alla presenza dei sindacati, di ENI, di Shell, di Confindustria, dei sindaci, del presidente della regione ho chiesto i dati occupazionali su quel pozzo in merito al nostro territorio, alla Val d’Agri e per problemi di natura idrogeologica, che in maniera magica si sono trasformati: sopra il rischio è sceso mentre nella parte di sotto non poteva accadere e sono rimasti; l’architetto Amelina ( ufficio tecnico di Viggiano – ndr) già nel 2012 aveva espresso parere non favorevole, però il sindaco precedente non era stato chiaro, come si legge negli atti della regione, dove si dice: «richiediamo il parere perché il sindaco non è stato chiaro». Come nuovo sindaco di Viggiano ho invece sottoscritto il parere non favorevole. Stranamente, il comune di Montemurro prima è stato invitato e poi è stato tolto, nonostante il pozzo fosse proprio sul suo territorio; la cosa strana è che il comune di Grumento ha espresso parere non favorevole, la cosa strana è che l’ufficio ciclo delle acque ha espresso parere non favorevole e io non ho capito chi abbia dato, alla fine, questo parere favorevole, perché si tratta proprio del pozzo incriminato.”

Dopo che Cicala ammette il sottodimensionamento del personale comunale rispetto al problema petrolio, passa a parlare del progetto Blue Water: “Sull’impianto Blue Water il problema è che a Viggiano, soprattutto il primo anno, fosse perché volevano approfittare della nostra poca esperienza sul campo, solo su questo progetto sono arrivati cinque o sei gruppi; quindi non è stata l’ENI a proporre ma era come se l’ENI mandasse qualcuno a presentare questi progetti in vari modi, con professori universitari di grande esperienza e di grande fama, quasi a pressarci ad accettare quello che loro dicevano. Di queste pressioni nazionali e internazionali un comune di 3.300 abitanti ne riceve tantissime, anche perché il comune di Viggiano ha grandi problematiche, ma ha anche delle potenzialità date dalle royalties. Chiedo anche a questa Commissione che ci sia un presidio permanente, H 24; il poliziotto può fermare una macchina o un camion, gli può chiedere se porta la cintura di sicurezza, se ha pagato il bollo, se ha l’assicurazione, se le ruote sono lisce, ma non sa cosa trasporta. Il Presidente Bratti dice: “ci batteremo per un’arpab migliore” e Cicala invece chiede la sede distaccata.
E tocca al sindaco di Montemurro, Senatro Di Leo, tecnologo del CNR di Tito: “Siamo sconcertati per quanto è emerso su questa vicenda, anche perché ad oggi, a parte quello che è emerso dai giornali, non abbiamo avuto alcuna comunicazione o nota ufficiale, oltre quella arrivata questa mattina dalla Giunta regionale, con cui ci comunicava che è stata sospesa la reiniezione per un massimo di 90 giorni a seguito di una delibera regionale di qualche giorno fa.” Di Leo in sintesi dice alla commissione che sono stati fatti i controlli sulla radioattività presso Costa Molina 2 ( a noi non risulta e comunque non sono pubblici- ndr), e che c’è stato un laboratorio mobile di ENI in piazza a Montemurro per il controllo dell’aria, a seguito della richiesta della magistratura, mezzo di cui i dati non sono pubblici. L’audizione di Di Leo dura 16 minuti, pazzesco: abbiamo protocollato ed inviato al suo Comune di tutto a tal punto di essere minacciati di querela in una sua delibera di giunta, abbiamo consegnato con l’ausilio del consigliere Santomartino decine e decine di pagine, analisi, foto e dati sulla contaminazione delle acque, dei suoli, su altre irregolarità di varia natura e lui non ha fatto cenno a nulla di tutto ciò.

Continua DI LEO: “Per la presenza di questo pozzo (costa molina 2-ndr) prendiamo delle royalties che quest’anno ammontano a circa 350.000 euro, perché sono state ridotte rispetto allo scorso anno. Il pozzo di reiniezione o estrazione è lo stesso, anche se questo in realtà è strategico.” A proposito delle royalties:”…ci permettevano di chiudere il bilancio. Voi calcolate che Montemurro è un paese a forte rischio idrogeologico, il terremoto che si verificò nel 1857 produsse 4.000 morti, tanto che a seguito di varie discussioni ho inviato per due volte al Ministero dell’ambiente una richiesta per sapere se la delibera del 1977 sia in essere o meno. Questa delibera del Comitato interministeriale del 1977 vietava infatti la reiniezione in zone a forte attività sismica, ma sembra che sia stata annullata da una legge del 1999, a sua volta annullata dal 152. Ho inviato due quesiti al Ministero dell’ambiente, ma purtroppo non ci hanno risposto. Abbiamo scritto all’INGV per conoscere gli studi che stanno facendo, perché la reiniezione induce microsismicità indotta e quindi, trattandosi di un’area a forte rischio sismico, vorremmo sapere se questo possa comportare…negli anni precedenti si lavorava sulla prevenzione, pulendo le strade interpoderali, regimentando le acque, quindi restavano 100.000 euro con cui sono stati fatti dei bandi, l’anno scorso per incentivare le nascite perché il comune ha una bassa natalità, abbiamo realizzato dei bed and breakfast, siamo intervenuti sugli olivi perché Montemurro è famoso per il suo olio, abbiamo provato a incentivare queste attività.”
Nella deposizione del Sindaco di Montemurro traspare la piccolezza della nostra classe dirigente dinanzi al petrolio: nel maggio 2015 al sindaco Di Leo era stato pubblicamente detto che la delibera del 1977 era ancora attiva ed ignorata in tutte le principali autorizzazioni regionali e poi da un tecnologo del CNR ci aspettavamo un po’ più di acume nel fare una dignitosa ricerca web ove nel giro di pochi minuti avrebbe potuto vedere come la delibera in questione rientrasse nelle recenti autorizzazioni di altre regioni/province in giro per l’Italia nonché dopo anche in una sentenza del consiglio di stato. I sindaci lucani sono strani: partecipano ai tavoli della trasparenza senza i cittadini, non sanno quanti loro cittadini lavorano nel petrolio e non sanno neanche se i loro parenti hanno interessi nel settore, praticamente sono sindaci del nulla, vittime, non complici di un sistema ove i loro comuni intascano fiumi di denaro che dopo i sindaci investono: in sagre, concerti, servizi sociali, B&B e prevenzione, la prevenzione quella vera, quella dalle frane non dagli incidenti ed impatti industriali, perchè il petrolio non è un problema ma pura magia. Perché la commissione non ha chiesto ai sindaci se fossero in corso conflitti d’interesse per loro e i loro amministratori e funzionari, o se i carteggi scambiati con la regione o i ministeri fossero pubblici o se avessero mai recepito ed agito sulle tante segnalazioni d’inquinamento a loro pervenute da parte di associazioni o cittadini? E perchè non usare le royalties per analisi ambientali e sanitarie? Sembra tutto finto, una grande recita.
Fine seconda parte – per la prima parte clicca qui – per la deposizione di Arpab, qui