
https://www.wltv.it/petrolchimico-ancora-puzza-i-cittadini-con-la-scusa-del-coronavirus-gli-amici-delle-industrie-si-stanno-scatenando-anche-stamattina-un-dramma/
È di alcune settimana fa la notizia dell’ennesimo disastro ambientale avvenuto nel Porto di Augusta e precisamente nel porto Megarese. Qui tra il 2 e il 3 febbraio si è verificato uno sversamento di gasolio da una nave nell’ambito di un’attività di carico-scarico, nello specchio acqueo in prossimità del tessuto urbano di Augusta. Anche se la notizia era apparsa solo il giorno 5 febbraio sulla Gazzetta Agustana in realtà era stata anticipata dal Comitato Stop Veleni.
Le cause dello sversamento non sono chiare, vista la poca trasparenza con la quale trapelano le notizie ma il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare in un video messaggio in diretta ha dichiarato che: “…c’è un grande lavoro che stanno facendo tutti gli addetti ai lavori. È un incidente, non era mai successo nella storia di questa attività.” Il solito messaggio rassicurante quello del sindaco come molti altri del resto, proclami che siamo ormai abituati ad ascoltare da politici e tecnici di nomina politica spesso privi di evidenze scientifiche e quasi mai supportati da analisi chimico-fisiche puntuali e complete. Come se non fosse sufficiente, il giorno 5 febbraio, viene segnalato un altro sversamento, questa volta nella zona denominata SG10 di Priolo Gargallo. In quell’area c’è il parco serbatoi per grezzi e prodotti lavorati di proprietà della Isab-Lukoil. L’allerta è scattato a seguito della presenza di una possibile perdita di idrocarburi monitorata da un piezometro, collocato da Eni Refining a valle del campo serbatoi. Verosimilmente si è verificata una perdita per una non perfetta tenuta di un serbatoio ma dai rilievi eseguiti dai tecnici dell’azienda l’entità della perdita è irrilevante e non ha in alcun modo interessato la falda profonda.
L’ultima confortante notizia ci giunge dall’ARPA Sicilia – AERCA di Siracusa. I tecnici dell’ARPA, intervenuti dopo le numerose segnalazioni di “disagio olfattivo”, hanno verificato prima e certificato poi che “è ragionevole ipotizzare che il disagio olfattivo percepito dai cittadini di Augusta tra il 3 e 5 febbraio fosse da attribuire allo sversamento di idrocarburi avvenuto dalla nave cisterna Vallermosa ormeggiata al pontile della Società Maxcom”.
Come Cova Contro abbiamo iniziato prontamente l’iter di acquisizione dei dati satellitari della missione Sentinel-1 (Copernicus – ESA) ed ALOS-PALSAR (Japan Space), per poter effettuare delle approfondite indagini spazio-temporali. Tutto ciò al fine di monitorare la natura, forma e la dinamica degli accadimenti. Attraverso tali strumenti e tecniche d’indagine (Geospatial Intelligence) abbiamo potuto riscontrare nell’arco temporale degli ultimi anni una serie di “anomalie e/o rilasci” in mare. Consci del pregresso circa l’elevata compromissione ambientale dell’area di Augusta-Priolo in aggiunta alle duecentoquindici segnalazioni di miasmi tra il 3 e il 5 febbraio c.a. tutte localizzate ad Augusta, che sono state censite dalla web app “Nose”, la piattaforma di Cnr e Arpa Sicilia a ciò abbiamo sovrapposto una serie di immagini satellitari.
Osservando bene, l’ultima segnalazione ufficiale è avvenuta il 1 settembre 2019:

segnalazione che ha portato il Comitato Stop Veleni a depositare all’epoca un esposto presso la Procura di Siracusa. Nell’esposto si segnalava tra l’altro che nella zona del centro storico di Augusta e contrade attigue veniva percepita una forte puzza di idrocarburi di chiara provenienza industriale ed inoltre che detto disturbo aveva generato malessere diffuso, prurito e gonfiore alle mucose nasali, alla gola e agli occhi, mal di testa, oltre ad un prevedibile stato di ansia per gli ipotetici rischi connessi al fenomeno percepito. In sintesi com’è avvenuto per gli articoli sulla misteriosa scomparsa nel Mare Adriatico della Piattaforma petrolifera Ivana D e per lo sversamento di olio idraulico nel Golfo dell’Alaska, siamo ricorsi ai dati satellitari SAR dell’ESA – Sentinel-1 oltre a dati del satellite giapponese Advanced Land Observing Satellite (ALOS) – PALSAR. Ci siamo posti alcune domande: gli sversamenti sono episodici? Limitati ad alcune aree? Causati da chi e come le condizioni meteo li influenzano? Proviamo ad accennare qualche risposta.
Nel maggio 1992 (Fig. 1 e 2) i primi dati SAR (Radar ad Apertura Sintetica) per noi reperibili, riprendono una estesa chiazza lungo la costa jonica siciliana, anomalia mai censita ufficialmente nè segnalata pubblicamente:

La lettura globale dell’immagine impone di contemplare varie tipologie di interpretazione dei dati. Si passa dall’alta probabilità di macchie d’olio, possibili chiazze d’olio fino a giungere alla probabile “calma di vento” con particolare risposta dell’onda elettromagnetica del segnale.


Le nostre osservazioni sull’evento del 1 settembre del 2019. Le immagini elaborate coprono un arco temporale che va dal 31 agosto al 24 settembre 2019. L’ UTC dell’Italia è UTC+1 mentre è in vigore l’ora solare, UTC+2 quando è in vigore l’ora legale. Sabato 31 agosto 2019:

6 settembre 2019:



24 settembre 2019:

Le nostre osservazioni sull’evento del 3 febbraio 2021. Sintesi dei fatti: tra il 2 e il 3 febbraio si è verificato uno sversamento di gasolio da una nave nel porto Megarese; il giorno 5 febbraio viene segnalato un nuovo sversamento, questa volta nella zona denominata SG10 di Priolo Gargallo. Di seguito alcune “maree nere” registrate tra ottobre 2020 e gennaio 2021:







Le nostre risposte.
L’analisi effettuata dei dati satellitari SAR, dal 1992 sino ai nostri giorni, eseguita non con continuità e regolarità, restituisce uno sconfortante quadro di quello che afferisce alla tutela delle acque superficiali augustane e non solo. I dati SAR, come in alcuni casi i dati ottici, permettono di monitorare l’evolversi di qualsiasi calamità a livello temporale e spaziale. In particolare la Fig. 4, relativa alla segnalazione dello sversamento del 1 settembre 2019, permette di osservare che presumibilmente, lo sversamento era iniziato il giorno prima della segnalazione effettuata dalle Autorità Militari. Nelle immagini relative all’evento del 3 febbraio scorso, per ogni data e orario, sono rappresentate le direzioni e le velocità del vento, estratte dai dati Sentinel 1 nel formato OCN (fornisce dati di campo del vento dell’oceano – OWI, spettri di onde oceaniche – OSW e velocità radiale di superficie – RVL). Fermo restando le limitazioni intrinseche del sistema da noi usato tuttavia il SAR permette di perimetrare tutte le risposte registrate dal sensore. Tali risposte, differenziate attraverso l’impiego di vari algoritmi, possono restituire quelle che possono essere definite come aree di: possibili o probabili composti polimorfo oleosi. Nella figura relativa allo scatto del 2021-02-09 delle ore 05:04:06, particolare B, è possibile apprezzarne la fattibilità tematica. Un particolare degno di nota ci viene fornito dal collega Paolo Bordonaro, uno degli attivisti sentinella del Comitato Stop Veleni, ripreso nelle foto allegate all’articolo: “Augusta, fiume Mulinello: scia di idrocarburi vicino le saline del porto“. Attraverso la rilevazione sul campo svolta da cittadini sentinella (citizen science) è stato possibile ottenere quello che nel gergo tecnico viene definito “la verità a terra” ossia raccogliere riscontro sul campo da incrociare col dato satellitare. Le foto dell’attivista mostrano chiaramente la presenza di sostanze oleose con la classica “iridescenza del carburante”, in data 9 febbraio 2021. Se ne trova traccia nella anomalia visibile nel Profile Plot dell’immagine del giorno 20210209 -050406_UTC – Particolare A.

CONCLUSIONI
Perché le autorità locali rassicurano senza svolgere studi approfonditi e moderni? Gli sversamenti sono reati gravi ma diluibili con estrema facilità quindi serve una rete di prevenzione e non di sporadico censimento tardivo del danno consumato. Nel caso del settembre 2019, contrariamente a quanto si legge negli articoli di stampa, lo sversamento del molo NATO è iniziato ben prima della segnalazione ufficiale e ne rileviamo gli strascichi quasi fino alla fine dello stesso mese. Nel caso dei due eventi del febbraio 2021, le immagini restituiscono che l’inquinamento, generato da sversamenti di settore (moli, petroliere o natanti vari) nell’area del porto e antistante ad esso è pressoché costante. La costa EST siciliana è interessata da sempre da numerosi sversamenti, mai censiti in maniera completa e puntuale, le nostre immagini che fanno parte di una ricerca ancora parziale, mostrano anomalie in mare nel 1992, nel 2011 e poi da agosto a settembre 2019. Potremmo col tempo raccogliere anche nuove positività tuttavia con questo articolo vorremmo solo sostenere l’azione di denuncia del Comitato Stop Veleni e delle magistratura locale, sperando che l’autorità giudiziaria e gli enti locali usino le nostre elaborazioni satellitari. Siamo altresì disponibili ad offrire la nostra competenza a qualsiasi soggetto, pubblico o privato, voglia vigilare sulla qualità delle acque effettuando studi sia spaziali che temporali perché è facile prevedere che i problemi continueranno e che al contempo l’analisi satellitare dei dati svolta da soggetti realmente terzi come Cova Contro potrebbe diventare una utile verifica imparziale.