
Non bastava la tragedia sfiorata nella piattaforma petrolifera nel Messico alle 05.30 di venerdì 2 luglio, questa volta intorno alle 12.30 locali, in Romania c’è scappato il morto, l’ennesimo dell’industria petrolifera. La raffineria petrolifera di Năvodari è una delle più grandi raffinerie di tutto l’Est Europa , ma anche una delle più vintage. Fondata nel 1975 per volontà dello stato rumeno, nel 1991, a seguito della caduta del regime comunista, la raffineria da statale divenne una Joint Stock Company e trasformò il suo nome in SC Petromidia SA.
Le primissime valutazioni dell’Amministrazione Nazionale di meteorologia del Paese, non sono confortanti. La nuvola di fumo, alzatasi immediatamente dopo l’esplosione, si sta spostando velocemente verso il mare, non verso l’entroterra. Nel comunicato rilasciato dall’ente statale, è stata sottolineata l’ennesima confortante notizia circa la presenza di un laboratorio mobile sul posto per monitorare la qualità dell’aria (solo quello?), intanto il Ministro dell’Ambiente – Tanczos Barna ha affermato che l’impatto ambientale dell’incidente potrebbe essere notevole.
Cova Contro, come da consuetudine, verifica le informazioni provenienti dai vettori satellitari del Progetto Europeo Copernicus e scopre che: sì, la nube tossica è uno dei fattori d’inquinamento ma il greggio che fuoriesce dove andrà mai a finire? La costellazione dei satelliti Copernicus (Sentinel-5P – TROPOMI) ci permette, come abbiamo visto sull’articolo della città di Taranto, di monitorare le emissioni di biossido di azoto (NO2), gas tossico ma regolamentato. Sono importanti gas traccia nell’atmosfera terrestre, presenti sia nella troposfera che nella stratosfera. Entrano nell’atmosfera a seguito di attività antropiche (in particolare combustione di combustibili fossili e combustione di biomasse) e processi naturali (come processi microbiologici nel suolo, incendi e fulmini).
Le immagini che seguono ci permettono di poter effettuare una veloce comparazione tra le emissioni di biossido di azoto rilevate dal satellite nei giorni: 1, 2 e 3 luglio.

Risulta indubbiamente netto l’innalzamento del valore di inquinamento presente il giorno 2 luglio, ossia il giorno del disastro. Quale strada abbia preso il greggio che, obbligatoriamente ed inesorabilmente è fuoriuscito dai serbatoi o condotte e che obbligatoriamente ed inesorabilmente si disperderà o nel suolo o nelle acque, cercheremo di comprenderlo attraverso l’analisi del dato SAR del satellite Sentinel-1. L’immagine che segue rappresenta l’evoluzione temporale dei passaggi del satellite sull’area della raffineria di Năvodari, che si trova 15 km a Nord della città di Costanza. Esattamente i dati sono relativi ai giorni 28 giugno e 3 luglio ca..

Considerando le innumerevoli immagini SAR presenti negli articoli, i nostri lettori avranno la netta sensazione che il greggio fuoriuscito, già il giorno dopo il disastro (03-07-2021), vista anche la vicinanza delle acque, sia finito nelle acque del Mar Nero. L’elaborazione che segue testimonia la presenza di sostanze oleose, con alta probabilità oil spills, nelle acque interne e in quelle del Mar Nero il giorno 3 luglio ca.

Linee e frecce in rosso evidenziano i punti in cui sono stati estratti i relativi profile plot. I profili permettono di evidenziare che, il giorno 3 luglio nelle acque interne la massiccia presenza di sostanze oleose e, nel Mar Nero, le stesse si spostano verso sud in direzione della città di Costanza. Questa volta le Istituzioni, ossia il Ministro dell’Ambiente Tanczos Barna ha predetto ciò che era evidente…….speriamo solo che seguiranno prontamente le attività di bonifica ma, ad oggi non leggiamo nessuna dichiarazione che vada verso quella direzione.