Durante un accesso agli atti mi sono imbattuto in tre fogli, fotocopiati, riportanti parole e disegni espliciti:

Negli anni ’80 Enea avrebbe paventato l’ipotesi di usare tecniche petrolifere in mare, o penetratori a caduta libera, per stoccare sotto il suolo marino, ad elevata profondità, rifiuti nucleari ad alta attività. La tecnica auspicata ha molte similitudini con i dispositivi ODM dell’Ing. Comerio, questi ultimi additati di essere illegali e pericolosi riprendevano una filosofia di stoccaggio che in realtà in base a questi documenti, venne valutata da enti di ricerca pubblici. Tuttavia la mente vola verso quelle compagnie petrolifere che nei siti nucleari ci hanno lavorato, come l’Agip Nucleare/Eni, operativa in Trisaia per decenni. La Trisaia è “quasi circondata” da almeno 4 pozzi minerari ed ovviamente nei decenni passati non sappiamo se altri pozzi sperimentali siano stati scavati nell’area ex CNEN non a scopo prettamente minerario, del resto Agip Nucleare all’epoca avrebbe sintetizzato entrambe le competenze/esigenze: scavare ad elevata profondità e produrre scorie nucleari. Fa riflettere il grosso margine di sovrapponibilità che intercorre tra il progetto spregiudicato ODM e quello ENEA, nella speranza che quest’ultima, avendo molti più mezzi rispetto al privato Comerio, non abbia effettivamente sperimentato in Trisaia tale tecnica prima su terraferma visto che nelle due pagine si accenna a caratteristiche geologiche del suolo profondo che sono simili a quanto già noto sulla Trisaia. Il governo italiano intanto ancora si rifiuta di pubblicare la CNAPI, le cui premesse geologiche potrebbero confermare o riscrivere i requisiti geologici per lo stoccaggio in profondità, caratteristiche che se riprendessero quelle della conformazione della Trisaia sarebbero un ulteriore rafforzativo di un dubbio persistente da tempo: cosa potrebbe esserci nel sottosuolo profondo della Trisaia? Non dimentichiamo la storia dei monoliti, delle fosse e di tutte quelle infrastrutture, dal Magnox al Corridor, la cui esistenza è stata o nascosta del tutto o rivelata in minima parte, e parliamo di manufatti sepolti nei primi metri di suolo: il dubbio è che a profondità elevate posso essere stato “collaudato” o stoccato altro, come rivelò a Report nel 2008 un dipendente Enea della Casaccia.

 

Di Giorgio Santoriello

Laureato in Lettere, attivista amante della Basilicata ma poco dei lucani.