Per monitorare serve sapere, e per sapere serve la verità, oggettiva e documentata. Un ex amministratore di Nova Siri, Giovanni D’Alessandro in questa importantissima intervista (dal min. 38.40 in poi) realizzata nel 2018 per JonicaTV da Paride Rinaldi e Felice Santarcangelo, ammette che per almeno tre giorni agli inizi del 1978, presso lo scalo ferroviario di Nova Siri rimase “abbandonato” un vagone con tonnellate di uranio. Di questa situazione al momento non abbiamo trovato altra traccia scritta, in nessuna fonte, ed anche questo ci stuzzica, ma siamo sicuri che il Comune di Nova Siri ci aiuterà nella ricerca documentale, fermo restando che chiunque conservi memoria è pregato di contattarci alla nostra mail. Un fatto importante da ricostruire questo testimoniato da Giovanni D’Alessandro ex amministratore locale, e forse tanto scontato ribadirlo non è, il motivo?
Il motivo è tanto evidente quanto ignorato. Ricordate i tanti articoli che uscirono dopo la pubblicazione di un cablogramma di Wikileaks sulla Trisaia? Ce ne sono diversi in rete, ma il migliore rimane quello di Andrea Spartaco:”Il Golfo di Taranto tra estrazioni petrolifere, effluenti nucleari e smaltimenti illeciti“, nel quale minuziosamente è ricostruito un contesto che la stampa cartacea locale, e non, ha ignorato. Tuttavia anche dopo tutti questi articoli tutte la autorità, romane, lucane od europee hanno sempre nei loro documenti ignorato di fatto la presenza del materiale americano in Trisaia pubblicata da Julian Assange. Ancora più pazzesco è che teoricamente oramai tutti sanno eppure sia sugli atti ufficiali di Arpab che di Ispra che di Isin o dell’Euratom, figuriamoci di Sogin, questo materiale non compare mai! E se non compare come si fa a monitorare il suo impatto ambientale, o le emissioni radioattive? Come si può controllare o bonificare un sito se solo il controllato sa tutto ed i controllori sbattono contro il segreto di Stato?
Il 19 dicembre 2008 partì un cablogramma verso gli USA da Roma, una comunicazione confidenziale ma girata per conoscenza anche alle autorità italiane, oggetto: l’agenzia italo-americana definita USG-GOI aggiornava l’inventario del “materiale nucleare speciale” custodito in Italia. Nel cablogramma si specifica che non è esaustivo il dato finale raccolto che quindi non rispecchia tutto il materiale nucleare presente realmente in Italia e che non tutto questo materiale sarebbe sotto il controllo di Sogin, infatti in una parte del cablogramma viene citata come co-proprietaria di questi materiale oltre che l’ENEA anche l’agenzia europea EURATOM.
Nella tabella americana n.1 viene riportato per l’Itrec di Trisaia la presenza di:
- 15,398.4 kilogrammi di uranio definito fresco (su 18,875kg totali presenti in Italia);
- 92,414.2 kg di uranio irraggiato (dei 100,185kg presenti in Italia), quest’ultimo simile alla tipologia di uranio che secondo le autorità venne spedita nella notte del 2013 dalla Trisaia a Gioia del Colle;
- 2,754 kg di uranio a basso arricchimento, e 1.114.042.8 grammi di uranio naturale non lavorato, su 1.4 tonnellate presenti in Italia oltre 1 tonnellata è in Trisaia;
- 6,06 kg di uranio esaurito in soluzione nitrica;
- non riportato il dato sul plutonio, ufficialmente assente il plutonio (anche se nel documento alla voce plutonio non è riportata testualmente alcuna dicitura ufficiale ma solo dei tratti ripetuti).
l’inventario Trisaia su Wikileaks – https://wikileaks.org/plusd/cables/08ROME1538_a.html
I locali di custodia di questo materiale non compaiono chiaramente indicati su alcun documento pubblico ed accessibile, non rientrano nei verbali ufficiali, e non rientrano neanche nelle mappe delle sorgenti radiogene presenti in Trisaia figuriamoci se nel piano di emergenza esterna compaia uno scenario relativo ad esse…ma certo che no! Lo stesso Prof. Zucchetti anni fa proponeva l’implementazione degli scenari di rischio del sito. Se un giorno materiale sottoposto a segreto di stato dovesse disperdere nell’ambiente un contaminante, come potremmo sapere e ricostruire i fatti se ufficialmente la sorgente contaminante non fosse mai stata censita ufficialmente? In caso di incidente che accordi ci sono tra personale Sogin ed autorità americane?
Durante le misurazioni svolte con Criirad parte dei raggi gamma rilevati erano ascrivibili anche al materiale americano? La presenza di tutto questo materiale che può essere usato anche a scopo bellico rimanda alla mente l’atteggiamento dei rappresentanti di Sogin, Vincenzo Stigliano ed Ivo Velletrani, durante l’ultimo consiglio comunale (min. 04:13:45 – 04:15:00) aperto sulla vicenda tenutosi a Policoro nel lontano novembre 2017, nel quale il Dott. Gian Paolo Farina chiedendo lumi su questo materiale ricevette come risposta silenzi, nervosismo ed indifferenza e la solita non risposta, ossia che quello riportato da Wikileaks sarebbe materiale storico di ignota nascita e trasporto! Di queste sorgenti storiche ci siamo rotti le scatole, perchè l’aggettivo “storico”, come per l’impianto Magnox, è diventato il paravento per nascondere problemi e rischi. All’epoca come oggi, se non fosse per qualche associazione locale queste storie continuerebbero a morire nel silenzio totale e nella complicità degli amministratori locali.
Inquinati per segreto di Stato? Fonti istituzionali ci hanno confermato che anche gli enti locali che dovrebbero provvedere alla radioprotezione ambientale e della popolazione si sono visti negli ultimi anni sbattere in faccia il diniego di accesso alle informazioni perchè la Trisaia è un sito sensibile! Sotto il segreto ci sarebbero finite persino le planimetrie dei sottoservizi dell’Itrec e finanche la planimetria della condotta di scarico a mare che per la maggior parte del tracciato attraversa terreni privati e demaniali, per giunta a poca distanza dal piano campagna…quindi quale segreto?! Con il segreto di Stato si stanno coprendo abusi e responsabilità? Come può Arpab monitorare i lavori di bonifica e le caratterizzazioni se Sogin pone il segreto di Stato? E soprattutto i nostri parlamentari e sindaci non vedono, non ragionano, non chiedono e non parlano mai? Fanno come il presidente Ranù che nel novembre 2017 ignorò le domande di Gian Paolo Farina sul materiale straniero in Trisaia facendo finta di niente?
Come Cova Contro abbiamo fatto una piccola donazione nel 2019 proprio a Wikileaks, solidali con le persecuzioni politiche che Julian Assange sta subendo da tempo, invitiamo anche voi a fare altrettanto: donazioni Wikileaks.