L’altro ieri è stata data dal tg3 Basilicata la notizia del ritrovamento della carcassa di una tartaruga in corrispondenza dello scarico a mare dell’Itrec. La notizia ha riportato all’attenzione il fatto che ad oggi, dopo decenni di funzionamento di quello scarico, non è mai stato pubblicato un bollettino o delle analisi che riportassero indagini chimiche e radiologiche svolte sulla fauna ittica, stanziale e predatrice, ma anche su altre grandi forme di vita che frequantando anche solo sporadicamente la zona, potrebbero rivelarci dati importanti.
Pochi sanno o ricordano che in quella zona oltre allo scarico Itrec c’è un’altra criticità ambientale, recentemente riportata anche dal piano rifiuti regionale, ove a pag.200 nell’elenco dei siti inquinati o in attesa di bonifica compare anche la zona “Fosso della Rivolta” ove in passato venne rilevato inquinamento da mercurio ed altri metalli pesanti, reati ad oggi estinti purtroppo. Infatti come riportava la OLA in una notizia del 2009: “...il giudice della II sezione staccata di Pisticci del Tribunale di Matera, ha emesso la sentenza in merito alla vicenda del sequestro avvenuto il 20 luglio 2004 di un’area in località Rivolta di Rotondella inquinata da metalli pesanti, mercurio, vanadio e cromo. Dopo 4 lunghi anni, ancora una volta gli inquinatori la fanno franca per sopraggiunta morte di uno degli imputati, Gaetano Ferrara, amministratore delegato dell’Agrifela srl, e del Direttore Tecnico della stessa società, Serafino Milione per termnine di cessazione della permanenza dei reati al 5 giugno 2003 estinti per prescrizione. Il giudice Paola Incalza ha disposto inoltre il dissequestro e la restituzione dell’area agli aventi diritto. ”
Nonostante questi eventi vengano ignorati dalla stampa, all’epoca riportò la OLA che:”...c’erano invece dei timori sulla balneabilita’ della zona perché a brevissima distanza dal mare il 24 luglio è stato posto sotto sequestro un terreno agricolo risultato inquinato da metalli pesanti, tra cui mercurio e cromo, a causa dello sversamento di rifiuti tossici di incerta provenienza che erano stati triturati e scaricati insieme a concimi organici. Il terreno era dall’estate scorsa sotto custodia giudiziaria per cui l’inquinamento risalirebbe già allo scorso anno.”
Ad oggi null’altro è noto di quella storia, in merito alla quale la nostra associazione cercherà di acquisire ulteriori atti.