Grazie alle donazioni mirate di un ristrettissimo gruppo di genitori e nonni (G.A.S. gruppo analisi solidali-ndr), siamo riusciti a finanziare circa 1300 euro di analisi focalizzate sul latte artificiale per neonati, liquido ed in polvere. Ci siamo rivolti a tre diversi laboratori, partendo dall’encomiabile indagine svolta dal Salvagente per ricercare: oltre 500 pesticidi ed annessi metaboliti, metalli, diossine ed altri inquinanti persistenti, i risultati sono ottimi ma non perfetti, vista la delicatezza dell’alimento.
Zero residui di pesticidi, dal DDT al glifosato e relativi metaboliti, in tutte le marche/prodotti analizzati, bio e non: Nipiol, Mio Nestlè, Humana, Aptamil, Neolatte bio, non avevano residui, neanche misurabili, di pesticidi e relativi prodotti di degradazione.
In uno dei latti con il miglior rapporto qualità prezzo e buone recensioni sui siti di vendita, il Nipiol della Heinz, utilizzato principalmente dal nostro primo finanziatore di questo GAS, abbiamo commissionato una ulteriore analisi in gascromatografia, per rilevare inquinanti antropici. Il laboratorio ha riportato nel Nipiol 1 liquido:
- il tenore di zinco è più alto di quello riportato in etichetta: dichiarati 0,40 mg rilevati 0,55;
- manganese in etichetta a 0,005 ma era praticamente assente sotto soglia di rilevabilità;
- il rame più basso di quanto riportato in etichetta 0,047, rilevati 0,031;
- non riportati in etichetta i tenori di cromo, arsenico, piombo, diossine, furani, policlorobifenili da noi rilevati;
- zero tracce anche per bisfenolo A ed idrocarburi;
- test aggiuntivo solo per arsenico e piombo sui latti liquidi: Nidina, Plasmon, BB Ora Bio e Humana anticolica, tutti negativi ma con una tolleranza analitica più alta rispetto la gascromatografia.
Analisi pienamente conformi alle norme UE (sotto i pdf dei test scaricabili) tuttavia la sommatoria di diossine e PCB è 1,589 picogrammi su un limite di 6, meno di un terzo della soglia di legge ma parliamo di contaminanti estremamente tossici in più ambiti anche cancerogeni e mutageni in alcuni casi, persistenti, che si accumulano nel grasso animale e dopo in quello umano e visto che un neonato in alcuni fasi può consumare anche più di 1 litro di latte al giorno per diversi mesi, qualche preoccupazione resta su eventuali effetti tossici anche lievi o di media intensità a lungo termine. Eppure per il consumatore la scelta sarebbe più serena e consapevole se i produttori facessero come noi, ovvero pubblicare i loro test on line, o i tenori medi degli inquinanti anche sull’etichetta in modo tale da garantire una vera trasparenza ed una cosciente libertà di scelta.
Non abbiamo potuto ricercare tossine, xenobiotici o contaminanti di processo altri (come il glicidolo o MCPA) perchè abbiamo avuto problemi in Italia a commissionare alcune analisi. Perchè i produttori non colgono al volo la carenza di pesticidi nei loro latti e non etichettano il loro prodotto “pesticide free” visti i risultati confortanti? Per chi volesse sostenere le nostre attività con donazioni, a questo link, tutti i riferimenti utili.